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"L’apertura del ponte sul Po tra Casalmaggiore e Colorno potrebbe ulteriormente slittare"

L'interrogazione di Rainieri in Regione

L’apertura del ponte sul Po tra Casalmaggiore e Colorno potrebbe ulteriormente slittare oltre il 5 giugno perché nel capitolato dei lavori non sarebbe prevista l’applicazione dei sensori per il rilevamento della stabilità dell’infrastruttura”. È quanto afferma il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega, Fabio Rainieri, in una iterrogazione in cui chiede alla Giunta regionale di intervenire affinché i sensori siano installati entro il termine dei lavori di ristrutturazione in corso previsto per il 5 giugno 2019 e il ponte sia da quel momento subito percorribile.

“Il funzionamento di questi sensori sarebbe indispensabile per rilevare la stabilità del ponte e quindi per poterlo riaprire al traffico a meno che non ci si voglia ancora affidare al caso, come quando un anno e mezzo fa fu un comune cittadino a segnalare che il ponte stava per crollare – ha quindi proseguito il Consigliere regionale leghista – Sembra però che la Provincia di Parma voglia procedere ad un ulteriore bando pubblico per affidare l’installazione dei sensori nonostante il costo contenuto dell’intervento consentirebbe l’affidamento diretto. In questo modo i tempi previsti per la riapertura che dovrebbe avvenire a ridosso del 5 giugno prossimo, giorno in cui è previsto il termine dei lavori, dovrebbero allungarsi ulteriormente. Come se i territori e le popolazioni rivieraschi non avessero già subito abbastanza disagi da questa situazione che ha provocato danni economici e sociali enormi. Ma ormai è chiaro, al PD dei territori dell’Emilia occidentale, dall’Enza in poi, non interessa nulla. Infatti, mentre per la bassa parmense appunto massacrata dalla situazione dei ponti sul Po, interrotti o a singhiozzo, gli amministratori PD, con in prima fila il Presidente della Regione Bonaccini e la sindaca di Colorno Canova, per fortuna uscente, non hanno fatto niente ma hanno voluto gestire la situazione con le procedure ordinarie e senza metterci un quattrino, come se non fosse gravissima, nella Romagna danneggiata dall’interruzione della super strada E45, si sono mobilitati tra dichiarazione regionale di stato di emergenza, risorse straordinarie messe a disposizione e richieste allo stato di interventi immediati”.   

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