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“Po Grande”: strategie di futuro per la Riserva MAB UNESCO

Assemblea plenaria a Piacenza. L’Università di Parma parte attiva del primo nucleo del comitato promotore. Il prof Viaroli: “La sfida è ricostruire il paesaggio fluviale, valorizzando i territori e la loro diversità”

Prima assemblea plenaria dei sindaci, nei giorni scorsi a Piacenza, per la Riserva MAB UNESCO “Po Grande”, dopo la proclamazione di poco più di un mese fa.

A Palazzo Gotico si sono riuniti i sindaci degli 83 comuni rivieraschi coinvolti e si è tenuto il  convegno “La riserva MAB UNESCO Po Grande: un’opportunità da cogliere” con la partecipazione anche degli altri soggetti che hanno creduto nel percorso della riserva, chiuso positivamente a Parigi con il riconoscimento UNESCO. Tra questi anche l’Università di Parma, parte attiva del primo nucleo del comitato promotore che, nel 2015, ha dato il via alla candidatura con i Comuni della Bassa parmense, reggiana, mantovana e cremonese, l’Autorità distrettuale del fiume Po e Legambiente. In particolare per l’Ateneo è stato impegnato fin dalle prime fasi Pierluigi Viaroli, docente di Ecologia al Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, che ha partecipato con un  intervento al convegno di Piacenza.

Un appuntamento volto a fare il punto e a guardare avanti, a individuare strategie e a progettare il futuro della riserva integrando il capitale naturale con  la valenza economica, turistica, storico-culturale  del territorio in una prospettiva di sviluppo sostenibile.

Nel corso della giornata è stata tra l’altro annunciata l’attivazione di quattro tavoli tematici. Il primo, che si occuperà di biodiversità, obiettivi UNESCO 2030, sostenibilità, economia circolare, avrà come referenti l’Università di Parma e Legambiente.

“La riserva MAB-UNESCO non imporrà nuovi e ulteriori vincoli, ma potrà offrire opportunità di sviluppo per le comunità locali. In questo processo, la natura è il primo marchio di qualità di un territorio e dei suoi prodotti, tanto più se questo  ha una vocazione agro-alimentare così spiccata come quelli della riserva”, ha spiegatoPierluigi Viaroli, annunciando che nel progetto saranno coinvolti anche gli altri Atenei del territorio della riserva (le Università di Pavia e di Modena e Reggio, il Politecnico di Milano con le sedi di Piacenza, Cremona e Mantova, l’Università Cattolica del Sacro Cuore con i campus di Piacenza e Cremona). “Tutta questa grande area – ha continuato -è la spina dorsale di un sistema produttivo tra i primi in Europa, ma non solo: è natura, eno-gastronomia, arte, cultura. E la riserva è una grande opportunità di sviluppo in tutti questi settori. Ora la sfida è tutelare e, dove necessario, riparare e ricostruire il paesaggio fluviale, migliorando la diversità e la qualità dei territori”.

La prossima assemblea plenaria dei sindaci di “Po Grande” sarà a settembre, a Colorno.

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