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Professoressa mette nota sul registro: studentessa la denuncia per diffamazione

Gilda Insegnanti: "Gli uffici territoriali del Ministero dell’Istruzione dovranno spiegare perché hanno costretto la professoressa a difendersi a proprie spese e non con le modalità proprie degli uffici statali"

Una professoressa di una scuola superiore di Parma è stata denunciata dopo aver messo una nota sul registro ad una studentessa. L'accusa? Diffamazione. La denuncia? Dai genitori della studentessa. Dopo 13 mesi il suo caso giudiziario è stato archiviato. Nel testo la professoressa aveva definito "estremamente maleducato" il comportamento della sua studentessa. E' da queste parole che è partito tutto. Dopo più di un anno la vicenda è stata archiviata per "l'infondatezza della notizia di reato". L'insegnante ha dovuto pagare le spese per la difesa. Ecco la protesta della Gilda Insegnanti. 

"Avrà degli strascichi l’archiviazione del procedimento penale intentato contro una docente di un Istituto del centro di Parma, denunciata per aver messo una nota ad una studentessa, era solo un normale atto che rientra nei poteri autoritativi degli insegnanti della scuola statale. La Gilda degli Insegnanti che è in contatto con la collega interessata, pretenderà esaustive spiegazioni dagli organi amministrativi competenti: gli uffici territoriali del Ministero dell’Istruzione dovranno spiegare perché hanno costretto la professoressa a difendersi a proprie spese e non con le modalità proprie degli uffici statali. L’“ufficio di docente” fino a prova contraria è parte dell’amministrazione statale, l’insegnante ha agito quale autorità dello Stato e non come privata cittadina, doveva essere attivata l’Avvocatura dello Stato e non ci risulta lo abbiano fatto.  Quando questo tipo di disavventure capitano ai Dirigenti Scolastici notiamo che c’è un’attenzione particolare nel tutelarli, mentre gli insegnanti vengono abbandonati a loro stessi.  Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, comunica: “Esiste una norma  che prevede, per questi casi, il rimborso delle spese legali da parte del Ministero dell’Istruzione, ci stiamo già attivando per espletare le procedure necessarie”. 

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