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Redazione

In gita con la scuola

Oggi sono così stanca che nemmeno riesco a scrivere. Sto dettando alla Prima che scrive col compiuter. Credo ci vorranno dei giorni prima che mi riprenda. Ieri mi hanno fatto andare in gita.

Oggi sono così stanca che nemmeno riesco a scrivere. Sto dettando alla Prima che scrive col compiuter. Credo ci vorranno dei giorni prima che mi riprenda. Ieri mi hanno fatto andare in gita. Io dico: mando Gian a una scuola super lussuosa proprio perché non voglio avere problemi, e loro mi chiedono di accompagnare la classe in gita? A me? Ma cosa li pago a fare? Non possono assumere una badante? Una guardia giurata? Una tata? E’ andata così: ero a prendere l’ape con la Cicci e la Titti, erano circa le 11 di sera, quando mi chiama il papà di GianAntonio per dirmi che lui non può andare in gita. “Che gita?” gli chiedo io. Perché proprio mi ero scordata che Gian doveva andare in gita il giorno dopo. Beh insomma, salta fuori che doveva accompagnare la classe in gita a Venezia ma aveva la febbre e allora ci dovevo andare io. Io? Siccome ero già al sesto spritz e avevo perso le facoltà cognitive gli ho detto di sì. Così la mattina dopo mi sono ritrovata sul pullman insieme a una mandria di scassapalle che cantavano a squarciagola e si dimenavano come dei matti. E’ stata una giornata infernale: tutto il giorno a camminare su e giù per dei ponti, a un certo punto non ce la facevo più e mi sono tolta gli zatteroni in corda color rosso fuoco (che erano abbinati alla maglietta a righe bianca e rossa, i leggings bianchi, e borsa di paglia, e occhiali rossi con fiorelloni bianchi). Poi a un certo punto a furia di camminare sotto il sole mi è venuta un’insolazione. La maestra ha tanto insistito che mi dovevo mettere un cappello, allora mi hanno comprato in una bancarella uno di quei cappelli di paglia da gondolieri con il nastro rosso (che comunque faceva pandanne con gli zatteroni che avevo in mano). A pranzo hanno tentato di farmi andare in un fast food ma io mi sono rifiutata. O al Florian o niente. Alla fine hanno vinto gli scassapalle (ma solo perché erano in maggioranza) e io per protesta io non ho mangiato. Al ritorno in pullman è stato tutto un vomitare continuo, finiva uno e iniziava un altro! Ci abbiamo messo 5 ore a tornare a casa. E mi sono anche rotta un’unghia mentre cercavo di aprire la porta del bagno dell’autogrill. Pensavo di morire. E’ stata la giornata più brutta di tutta la mia vita. Non so quando riuscirò a riprendermi.
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