"Dal crack al precariato, vi racconto il mio dramma"
La storia di Daria, 27enne di Agrigento, da cinque a Parma: "Dopo il tunnel della droga, da cui sto cercando di uscire, sono sprofondata in quello dello sfruttamento lavorativo"
Una vita tra lavori precari, call center, l'ingiunzione di sfratto e porte chiuse dalle Istituzioni. E' la storia di Daria, una 27enne che vive a Parma da cinque anni e che, tra difficoltà economiche e lavorative cerca di andare avanti a stento. La droga ha segnata due anni della sua vita: ha vissuto momenti molti difficili ma ora sta cercando di uscirne.
Daria, quando sei arrivata nella nostra città? "Vivo a Parma da 5 anni, prima ho vissuto in Sicilia, con i miei genitori fino a quando sono andata via di casa. Sono andata perchè quel posto, seppur bellissimo, non mi rappresentava più. Avevo voglia di vivere in una città del Nord, vedere come era fatta. Cercare di farcela da sola, a 22 anni ho deciso che era arrivata la mia ora. Con i miei stavo ad Agrigento".
Come ti ha accolta Parma? "All'inizio bene, poi la situazione è degenerata, sicuramente per responsabilità mia. Mi sono iscritta all'Università ma l'ambiente non mi stimolava, non riuscivo a studiare, passavo molto tempo a fare festa. Non progredivo nel mio percorso di studi ma conoscevo sempre più persone e sempre più droghe. Giravamo per le città del Nord Italia e ogni sera ci sfasciavamo. Ho cominciato a fumare crack e mi piaceva moltissimo".
Quando ti sei accorta che quel mondo non faceva per te? "Quando ho visto la gente che mi ha voltato le spalle. Io frequentavo l'Università a Parma ma avevo diversi problemi visto che i miei pensavano che dessi gli esami, invece non ne avevo dato nemmeno uno. Aveva provato a studiare ma i professori non li ho mai visti. Così creai un castello di bugie per continuare a farli credere che studiava. Quando chiesi una mano ai miei amici per trovare un lavoro o avere un appoggio abitativo -visto che nel frattempo avevo dovuto lasciare il mio appartamento perchè non pagavo l'affitto- nessuno è stato ad ascoltarmi. A loro piaceva solo la Daria allegra e che si faceva, beveva e non dormiva per giorni. Il resto non gli interessava".
Da due anni hai un lavoro, continui a vivere a Parma. Com'è andata con i tuoi genitori? "Male, all'inizio. Ad un certo punto, quando sono venuti a trovarmi qui a Parma sono stata costretta a dirgli tutto. E loro non l'hanno presa bene; se ne sono andati lasciandomi senza fonti di sostentamento: non mi avrebbero più passato i soldi necessari per vivere e per frequentare l'Università. Così l'ho lasciata ed ho iniziato a carcare lavoro. Il mondo delle agenzie, come tutti sanno, è terribile: ho fatto pulizie in varie ditte di Parma e altro. Ma sempre impieghi di due o tre mesi al massimo".