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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Aemilia, ecco chi sono i 14 imputati parmigiani del maxi-processo

Dopo l'avvio, di qualche giorno fa, del maxi processo alla 'ndrangheta emiliana che vede più di 200 imputati, vi elenchiamo i nomi dei 14 personaggi coinvolti nell'operazione, residenti nella nostra provincia.

Ha preso il via martedì scorso il maxi-processo contro la 'ndrangheta emiliana. Allestito nello spazio fiere di Bologna l'aula bunker che ospiterà 220 persone che si trovano alla sbarra degli imputati con vari capi d'accusa.

Nel decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Bologna si parla di “un gruppo unitario emiliano portatore di autonoma e localizzata forza di intimidazione derivante dalla percezione, sia all'interno che all'esterno del gruppo stesso, dell'esistenza e operatività dell'associazione nell'interno del territorio emiliano come un grande e unico gruppo 'ndranghetistico con il suo epicentro in Reggio Emilia (anche quale propagine "della locale" di riferimento di Cutro)”. 

Nella descrizione fatta dalla Procura appare lampante come il gruppo si avvalesse di una unità e un forte sodalizio tra i membri della cosca, con riferimento a Cutro e con un riferimento emiliano localizzato a Reggio Emilia.

Non a caso sotto i tre ponti di Caltrava di Reggio Emilia esite la via intitolata alla città di Cutro.

Ricordiamo anche che in segno di "forte amicizia e stima tra le città" l'ex primo cittadino di Reggio Emilia, ora Ministro delle Infrastrutture Graziano del Rio insieme ad altri personaggi della politica emiliana (tra cui anche l'attuale sindaco di Sala Baganza Cristina Merusi) si sono recati nella città di Cutro nel 2009 per partecipare alla festa del Santissimo Crocefisso.

Di questo omaggio alla città esiste anche una documentazione fotografica pubblicata nel 2013 da Libero che ritrae oltre a Delrio e alla Merusi, anche Silvano Domenichini, ex assessore provinciale e vicesindaco di Casina (Reggio Emilia)  e Angelo Oppo ex sindaco di Borgo Val di Taro. 

Un forte legame che unisce l'emilia alla calabria e che è costato caro a tanti indagati che ora verranno esaminati e processati nel maxi processo "AEMILIA".

Tra i soci del sodalizio mafioso figurano 14 esponenti provenienti da Parma. 

Qui l'elenco con i capi di accusa:

- Giovanni Paolo Bernini, politico parmigiano ha ricoperto il ruolo di assessore ai Servizi per l' Infanzia durante la giunta Vignali dal 2007 al settembre 2011 quando venne arrestato nell'ambito dell'indagine Easy Money. Concorso esterno in associazione mafiosa.

- Michele Bolognino, promotore, dirigente ed organizzatore dell'attività dell'associazione mafiosa per la zona di Parma. Garantiva il collegamento tra i partecipanti, manteneva i rapporti con la "casa madre di Cutro" e con Nicolino Grande Aracri, in funzione di aggiornamento delle attività in corso. E' in carcere con accuse di : associazione mafiosa, estorsione, reimpiego di soldi di provenienza illecita, truffa, attribuzione fittizia di quote societarie e altri. 

- Giuseppe Pallone, partecipa a numerose riunioni con tutti gli esponenti apicali con i quali compie una serie di reati espressivi della consapevole e volontaria partecipazione al clan. Osservante delle regole e delle gerarchie, della fedeltà e delle direttive ricevute. Grazie alla capacità affaristica partecipa alle attività illecite delle società immobiliari. In particolare circa l'investimento del denaro della cosca  Grande Aracri. Agli arresti domiciliari per : associazione mafiosa, reimpiego di soldi di provenienza illecita, estorsione e attribuzione fittizia di quote societarie.

- Alfonso Martino, si interessa alla raccolta voti per le elezioni per Scarpino Pierpaolo candidato alle amministrative del Comune di Parma del maggio 2007, fornisce ad altri membri del clan somme di denaro provento di attività illecite per pagamenti spese legali, coadiuva altri affiliati nella gestione dei lavori edili di Mantova. Detenuto con l'accusa di : associazione mafiosa, spaccio e detenzione illegale di armi.

- Domenico Amato, da tempo inserito insieme ai famigliari (Alfredo Amato e Francesco Amato) nell'ambiente 'ndranghetistico si occupavano per lo più di minaccia ai fini estorsivi. Fedeli alle direttive impartite e osservanti delle regole della cosca utilizzano in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza e capacità affaristica nel sistema economico emiliano. Agli arresti domiciliari con l'accusa di: estorsione e tentata estorsione.

- Francesco Lapera, in contatto costante con gli altri membri del clan. Fedele osservatore delle regole dell'associazione mafiosa. Ha una notevole capacità affaristica e partecipa a riunioni in cui si mettono a punto le strategie finalizzate a realizzare tentativi di riciclaggio di denaro proveniente dall'estero. Si avvale della conoscenza di altri membri per ottenere il porto d'armi e organizza sotto la direzione di Villirillo Romolo la raccolta dei voti da destinare ai politici vicini alla cosca per il caso delle elezioni di Parma del 2007 a favore di Bernini. Imputato per associazione mafiosa.

- Francesco Falbo, imprenditore. Deteneva quote di società con altri affiliati del clan. Accusato di : reimpiego di soldi di provenienza illecita. 

- Caputo Gaetano, affiliato della cosca. Ha l'obbligo di firma in casema. Imputato per: detenzione e porto illegale di arma da fuoco.

- Salvatore Gerace, partecipa a numerose riunione con i vertici emiliani del sodalizio mafioso (Sarcone, Bolognino, Diletto). Stretto osservante delle gerarchie e delle regole della 'ndrangheta. Abile ad inserirsi nel sistema economico emiliano, partecipa alla gestione delle imprese immobiliari che erano utilizzate per il reimpiego del denaro proveniente sia dall'organizzazione mafiosa cutrese che da quella emiliana. Compie atti di intimidazione contro Falbo e suo cognato Aiello, affinchè cedano le partecipazioni detenute in alcune imprese.

- Rosario Adamo, accetta percentuali di quote societarie di provenienza illecita. 

- Aldo Pietro Ferrari, compie insieme ad altri membri del clan reati di estorisione.

- Francesco Pellegri, reato di tentata estorsione.

- Giuseppe Manzoni, prestanome. Imputato per: false fatturazioni e accettazione di quote societarie fittizie.

- Antonio Marzano, prestanome. Accettava percentuali di quote societarie fittizie.

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