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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Aemilia, a Parma c'è l'Ndrangheta ma tutto tace - Cantini: 'La nostra città dorme, è ora che si svegli'

Parma, una 'città dormiente' come disse Carlo Lucarelli qualche anno fa. E' questa l'immagine che si potrebbe dare della nostra città che, nonostante sia coinvolta direttamente nelle vicende legate all'infiltrazione dell'Ndrangheta in Emilia e del processo Aemilia, che si apre oggi a Bologna, continua ad aspettare, senza muoversi. "E la stampa? Fa il compitino e niente di più..."

Parma, una 'città dormiente' come disse Carlo Lucarelli qualche anno fa. E' questa l'immagine che si potrebbe dare della nostra città che, nonostante sia coinvolta direttamente nelle vicende legate all'infiltrazione dell'Ndrangheta in Emilia e del processo Aemilia, che si apre oggi a Bologna, continua ad aspettare, senza muoversi. Non ha gli anticorpi, come invece la vicina Reggio Emilia, per contrastare la criminalità organizzata.

"Lei mi dica, leggendo le cronache dei giornali, chi ha speso una voce contro questo pericolo a Parma?". Carlo Cantini è il referente di Libera Parma e interpellato da ParmaToday sull'apertura del processo Aemilia fa alcune amare considerazioni sullo stato delle cose rispetto all'antimafia nella nostra città, quella civile che qui manca ma che in altre città è ormai patrimonio etico comune. 

"Per noi il processo Aemilia ha un significato molto importante, finalmente si è scoperta una rete di cui si sapeva già l'esistenza, poichè c'erano già state nel 2003 e nel 2004  'Scacco Matto' e 'Edilpiovra', due operazioni della Dda di Bologna che avevano evidenziato una rete che faceva capo a Brescello e Reggio Emilia. Con Aemilia questa rete è venuta alla luce in tutta la sua potenza. Per cui se prima si poteva parlare di dubbi o quantomeno di non sapere esattamente la profondità di infiltrazione dell'organizzazione criminale con Aemilia si è tolto il velo, si è arrivati alla certezza del radicamento di famiglie che operano nel nostro territorio. E' giunto il momento che questa città come le altre, si svegli. Parma è speciale da questo punto di vista. Reggio Emilia ha cominciato a generare anticorpi da tempo, Parma non si muove. La forza dalla mafia è fuori dalle mafie in quella zona grigia di soggetti economici che sono interessati al rapporto con la mafia. I soggetti economici però non si stanno muovendo, sembra quasi che non percepiscano la pericolosità di questo radicamento. Con l'operazione Aemilia 2 si è scoperto che Bolognino stavano trasferendo beni verso persone che non avevano precedenti penali. Ciò significa che l'attacco portato anni fa a Reggio Emilia, oggi è un corso contro Parma. Dopo aver occupato la città di Reggio Emilia la mafia sta aggredendo la nostra città attraverso l'acquisto di immobili e altri beni". 

"Noi desideriamo che tutti questi soggetti economici, politici e culturali, si mettano in rete per scambiare progettualità concrete. E' necessario cominciare a fare rete per poter trovare degli strumenti per far si che queste cose non succedano più. ci sono tanti strumenti come le white list e carte etiche, che obblighino a certi comportamenti. Lei mi dica chi ha speso una voce contro questo pericolo, a parte noi che lavoriamo su questi temi, nessuno si è mosso. L'unica cosa concreta è stata l'invito del Comune di aderire al Centro studi per la Legalità, uno strumento che potrebbe essere molto utile. E' la politica il vertice di questa piramide dalla quale possono partire inpulsi per il cambiamento, il Centro studi è un piccolo strumento con il dottor Cicconi, Università, Comune e Libera. Intorno a questo strumento dovrebbero riunirsi altri soggetti, economici

L'altro aspetto è anche il fatto che chi sta facendo antimafia di professione, le forze dell'ordine e della magistratura devono essere potenziati, a Parma mancano 6 magistrati e personale amministrativo. Parma è impreparata perchè dorme, è ancora una 'città dormiente' come dice Carlo Lucarelli. Anche la stampa fa il suo compitino e niente di più, con quello che è successo in un'altra città andrebbe in giro a fare domande. C'è bisogno di un cambio di tessuto culturale, tutti devono uscire dall'ombra per dare il proprio contributo affinchè queste cose cambino. Manca un senso di appartenenza verso il bene comune, la società deve essere improntata al rispetto quotidiano dlele regole democratiche". 

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