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Cronaca Fornovo di Taro

Vita Partigiana in scena al Guatelli, Lori ai giovani: "Lottate per ideali"

In occasione del 69° anniversario dell'8 settembre in scena a Ozzano Taro la lettura scenica "E' festa!", di Laura Cleri con Giancarlo Ilari, Stefano Cenci, e Marzio Matteoli. Ospite Renato Lori che esorta i giovani a portare avanti le proprie scelte

Un'accoglienza delicata e discreta in un'atmosfera intima tra sedie in legno, piccoli tavolini coperti da tovaglie con ricami a fiori e una candela accesa, sotto le arcate in pietra di una sala del museo Guatelli. Un viaggio, quello fatto rivivere attraverso "E' festa" di Laura Cleri con Giancarlo Ilari, Stefano Cenci e la musica di Marzio Matteoli, tra le immagini dei quadri di Renato Lori e le emozioni tratte dal suo "C'era una volta un ragazzo...un partigiano", fonte di libera ispirazione della lettura scenica.

Non un racconto della resistenza ma uno spaccato della vita partigiana l'anima del libro di Lori, partigiano classe 1924 che, anche attraverso la pittura, ha fotografato sentimenti travagliati, cogliendo l'espressione di dolore di una madre che piange sul corpo esanime del proprio figlio, gli sguardi penetranti tra la neve della "Postazione al triceronte di notte", le scene di vita tra chi cucina e chi si addormenta col fucile in mano. Per non dimenticare le parole di Marco, il giovane che perse la vita nel fallito attacco alla scuola di San Michele caserma fascista, nella lettera lasciata alla madre per annunciare la sua decisione. "Non bastano le parole, ci vuole l'esempio per trascinare alla riscossa. Dì al babbo che non s'inquieti e che suo figlio si sforza di essere degno di lui, alpino, mutilato dai tedeschi. Non ho altro da dirti, stai tranquilla, sarò prudente, ti bacia e ti abbraccia insieme al babbo e alla Paola e alla Franca il tuo Marco. W l'Italia. W gli alpini".

Per non dimenticare la determinazione della Lupa, la donna inizialmente sospettata di essere una spia dei tedeschi, poi scagionata ma che decide di restare con i partigiani invece di tornare a casa. O i momenti di euforia per le battaglie vinte dai partigiani.

Momenti preziosi in sala creano un'empatia col pubblico come i gesti lenti e gli sguardi calorosi delle donne che passano con cesti di vimini a lasciare aromi di alloro e rosmarino dentro un piattino in ceramica dipinta, o una simbolica ghianda messa in mano dal giovanissimo Tommaso che bisbiglia all'orecchio :"Resistere! Resistere! Resistere!", oppure "Odio gli indifferenti", prima di tornare a sedersi circondato da un abbraccio. Un messaggio di speranza a conclusione della serata quello lanciato con un filo di voce da Renato Lori con un foglietto in mano e la commozione negli occhi in continua ricerca degli sguardi dei giovani tra il pubblico, per rivolgere loro un monito: "Non rinunciate mai ai vostri sogni, non arrendetevi mai, seguite le vostre convinzioni e portate avanti le vostre idee. Non lasciate che siano gli altri a decidere per voi".

 

Lettura scenica museo guatelli

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