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Cronaca

Rapina, fuga in A1 e tentato omicidio: in manette un altro componente della banda dei bancomat

L'arresto riguarda quanto avvenuto lo scorso 22 marzo tra Parma e Modena, quando una banda criminale, specializzata nei furti ai bancomat, fece esplodere lo sportello della “Banca Monte di Parma

Nella serata di venerdì 18 luglio, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Modena hanno dato esecuzione a un decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica di Modena nei confronti di G.G.: 35enne bolognese, nullafacente, pregiudicato nonché sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S. Su di lui pendono le accuse di tentato omicidio in danno di militari dell’Arma, furto aggravato ad uno sportello bancomat, detenzione e porto di esplosivi e reati di falso in relazione all’utilizzo di un’automobile radiata con targa falsa.

L'arresto riguarda quanto avvenuto lo scorso 22 marzo tra Parma e Modena, quando una banda criminale, specializzata nei furti ai bancomat, fece esplodere lo sportello della “Banca Monte di Parma” di Rottofreno (PC), impossessandosi di 21.000 euro circa. Come già noto, dopo il colpo, il gruppo fuggì in direzione di Bologna, a bordo di tre autovetture di grossa cilindrata, radiate e con targhe false: un’Audi S6, una BMW serie 1 ed una Volkswagen Golf.

Il corteo in fuga venne poi intercettato da un posto di blocco appositamente predisposto nei pressi del casello autostradale di Bologna - Borgo Panigale. Nella circostanza, l’Audi S6 invertì il senso di marcia e percorse l’autostrada contromano e ad altissima velocità, fino al casello di Modena Sud. Qui, sfondata la barriera ed imbattutasi in un altro posto di blocco interforze, il veicolo tentò di investire due dei carabinieri, così riuscendo a proseguire la fuga sino alla rotonda di San Donnino. Degli occupanti della macchina solo uno venne bloccato in flagranza di reato - Douglas Borsari, 40enne, bolognese - mentre i rimanenti complici riuscirono a fuggire per le campagne approfittando di una fittissima nebbia.
 
L’attività investigativa, tuttora in corso, ha ora consentito di individuare Gabriele Ganassi come secondo componente della banda, che i Carabinieri hanno rintracciato in una località balneare del ravennate dove stava trascorrendo le vacanze estive. Alla sua identificazione si è arrivati anche attraverso gli accertamenti scientifici eseguiti dal RIS di Parma sulle tracce repertate nell’abitacolo dell’Audi S6. Dopo la notifica dell’atto, il fermato è stato associato presso il carcere di Ravenna. Nella giornata di ieri il GIP, condividendo tutti i capi d’accusa contestati dalla Procura modenese, ha deciso che l’indiziato rimanga in carcere ed emesso apposita ordinanza di custodia cautelare.

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