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Cronaca

Rischio attentati: arrivano le squadre Antiterrorismo dei carabinieri

Ecco chi sono e come sono equipaggiate

Le S.O.S. (acronimo che sta per Squadre Operative di Supporto) sono uno “scudo” di prima risposta antiterrorismo versatile e configurabile secondo le necessità del momento dell’Arma dei Carabinieri. Sono state create a seguito degli attentati di matrice fondamentalista islamica che hanno colpito l’Europa a partire dal 2015: ricordiamo, fra gli altri, l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015, gli attentati a Parigi del 13 novembre 2015, quello a Bruxelles del 22 marzo 2016 e quello a Barcellona del 17 agosto 2017. 

A seguito di ciò l’Arma dei Carabinieri ha immediatamente iniziato a studiare le contromosse rispetto alla nuova tipologia di minaccia terroristica rappresentata da miliziani addestrati ed equipaggiati con fucili d’assalto (tipicamente AK- 47 Kalashnikov e derivati) e decisi a fare quante più vittime possibile aprendo il fuoco contemporaneamente in diverse aree pubbliche affollate. Le squadre operative di supporto rispondono all’esigenza di disporre di unità di rinforzo mobili, rapidamente dispiegabili su tutto il territorio nazionale, sono costituite da personale proveniente dai 13 reggimenti e battaglioni destinati al mantenimento dell’ordine pubblico. ogni S.O.S. è composta da un numero di carabinieri che varia tra i 12 e i 24 e può operare in pattuglie di 3-4 militari anche con più equipaggi contemporaneamente. le S.O.S. sono alle dirette dipendenze del Comando Generale.

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Sono impiegate principalmente con funzione di vigilanza preventiva ai luoghi sensibili dei centri urbani del Paese: piazze, palazzetti, musei, grandi centri commerciali, stadi e altri obiettivi che risultano sensibili per il numero di persone presenti e per il significato degli eventi che vi si svolgono. La presenza delle unità serve quindi a garantire una maggiore cornice di sicurezza e una risposta pronta e tempestiva a eventuali attacchi terroristici. In generale, l’obiettivo è quello di avere ad immediata disposizione unità che possano fronteggiare situazioni di crisi di medio-alto rischio, grazie al possesso di un idoneo equipaggiamento e di uno specifico e attagliato addestramento teso per a fronteggiare con rapidità e risolutezza una minaccia
impegnativa ed improvvisa in attesa dell’intervento delle Task Unit del G.I.S. e del Tuscania.

Per quanto riguarda le dotazioni e il protocollo addestrativo, che si svolge presso il centro addestrativo della 2a Brigata Mobile di San Piero a Grado (PI), seguono un corso di formazione di 3 settimane. Il piano di formazione è direttamente coordinato dagli istruttori del G.I.S. e prevede specifiche nozioni di combattimento corpo a corpo, pronto soccorso operativo, combattimento in ambiente urbano, addestramento al tiro statico e dinamico, simulazioni di operazioni counter-IED e active shooter. Inoltre, la supervisione del personale del G.I.S. garantisce fin dall’inizio quell’amalgama indispensabile tra il personale delle SOS gli incursori dell’Arma dei Carabinieri in termini di procedure operative e coordinamento tattico. Al termine della formazione, il personale è considerato pronto all’impiego e, al fine di mantenere la qualifica raggiunta, svolge un’attività addestrativa a cadenza mensile al proprio reparto e un “richiamo” annuale al Centro Addestramento, sono dotati di scudi antiproiettile, una specifica tuta da combattimento, nuovo giubbotto antiproiettile con piastre balistiche, elmetto balistico e radio personale. Passando all’armamento, oltre ai dispositivi non letali (bastone tonfa e spray urticante) sono disponibili le tradizionali armi corte e diverse nuove tipologie di armi lunghe.

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