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Cronaca

Automarocchi, lavoratori in sciopero della fame

Alcuni camionisti che lavorano a Fontevivo e iscritti al Si Cobas hanno intrapreso l'estrema forma di protesta contro le lettere di contestazione ai lavoratori che definiscono "pretestuose" e per il riconoscimento del sindacato nelle trattative

Da ieri mattina, lunedì 26 settembre alcuni lavoratori di Automarocchi dello stabilimento di Fontevivo, che era stato teatro di uno sciopero con presidio e blocco dei cancelli nel mese di giugno, hanno deciso di intraprendere uno sciopero della fame per protestare contro alcuni provvedimenti disciplinari arrivati a diversi lavoratori, molti dei quali iscritti al Si Cobas. La protesta è portata avanti anche attraverso un presidio, in corso dalla mattina del 26 davanti alla sede centrale di Automarocchi a Trieste, in via Parlotti. "Le nostre richieste - dichiara Remo Campoli del Si Cobas a Parmatoday - sono il riconoscimento del nostro sindacato, il Si Cobas, che attualmente non può partecipare alle trattative con l'azienda e non può firmare accordi e la richiesta di annullamento delle tante lettere di contestazione, che stanno arrivando a centinaia ai lavoratori iscritti al nostro sindacato e che portano il lavoratore ad avere una riduzione dello stipendio". 

"Abbiamo deciso di cambiare un pò strategia -prosegue Remo Campoli- vogliamo fare una protesta senza blocchi, molto pacifici. Dovevano arrivare un paio di pullman che noi come organizzazione abbiamo deciso di non far venire, mi sono preso la responsabilità di non intralciare la circolazione stradale, per fare una protesta pacifica, un presidio che punta alla visibilità, non abbiamo fatto venire i due pullman per cercare il dialogo. Abbiamo fatto un incontro con l'azienda ieri mattina, dove abbiamo esposto le nostre richieste: riconoscimento del si cobas, annullamento delle contestazioni pretestuose, dannose per i lavoratori. Non ci accettano come controparte, non vogliono fare le trattative con noi, se ci fanno partecipare siamo disposti a firmare anche accordi di secondo livello, ma loro ci escludono dalle trattative. Il presidio andrà avanti ad oltranza. C'è già qualche lavoratore in sciopero della fame, non mangiano niente da ieri mattina". 


 

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