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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Casa, il Comune chiede al Prefetto il blocco temporaneo degli sfratti

Stamattina dalle 9.30 in Prefettura l'assessore Laura Rossi chiederà al Prefetto, l'autorità che può decidere in tal senso, il blocco temporaneo degli sfratti. Accolte le richieste degli attivisti per il diritto alla casa

L'assessore Laura Rossi stamattina si recherà in Prefettura a partire dalle ore 9.30 per chiedere, su mandato del sindaco Federico Pizzarotti, il blocco temporaneo degli sfratti al Prefetto Viana, la personalità istituzionale che ha il potere di mettere in atto il provvedimento, già adottato in altre città. Davanti alla Prefettura, come abbiamo anticipato ieri, ci sarà un presidio di sfrattati ed attivisti per il diritto alla casa, promosso dalla Rete Diritti in Casa: la richiesta principale degli attivisti per la casa è proprio quella del blocco degli sfratti. L'assessore Rossi chiederà il blocco degli sfratti, almeno per la stagione invernale. Chiederà poi al Vescovo di mettere a disposizione ulteriori spazi da adibire a dormitori per le famiglie in difficoltà e a Fondazioni e Istituzioni di mettere a disposizione appartamenti a canone simbolico. 

Emergenza casa, servono misure straordinarie: le risposte del Comune. "Nonostante l’impegno assiduo delle istituzioni locali -si legge in una nota del Comune di Parma- è in continuo aumento il numero di persone e di famiglie che si trova ad affrontare il problema legato alla mancanza di un’abitazione.Infatti, al bisogno di alloggio d’emergenza per alcune categorie di utenza note ai servizi, si aggiunge la richiesta di una fascia di popolazione che vive una condizione di impoverimento. Si rivolgono ai servizi sempre più frequentemente persone che hanno perso il lavoro, o che pur lavorando, non riescono più a sostenere le spese famigliari e a pagare il mutuo, o che sono sotto sfratto per causa di morosità spesso incolpevole. Molti lavoratori, dopo aver perso il lavoro, rischiano anche di perdere la casa: è uno dei tanti aspetti, forse il più problematico da affrontare, dell’aggravarsi degli effetti della crisi economica del Paese. Queste ultime tipologie, a Parma, rappresentano ormai circa il 60% della domanda. Inoltre, il percorso di uscita dagli alloggi di emergenza è sempre più complicato.

“Il numero delle situazioni in emergenza abitativa – constata l’assessore al welfare Laura Rossi - è in continuo aumento: nell’anno che si sta chiudendo, il settore welfare del Comune ha gestito complessivamente il collocamento in emergenza di 167 nuclei in situazione di sfratto o in grave difficoltà, di cui 11 nuclei composti da anziani. Corrisponde a più di 2 alla settimana in media. A questo si aggiunge la difficoltà oggettiva a rilasciare gli alloggi in emergenza, poiché il lavoro non si trova e le famiglie faticano ad uscire dai circuiti assistenziali”. I numeri parlano da soli: 1.804 sono le domande istruite del nuovo bando ERP, quindi riferite a famiglie che hanno teoricamente le condizioni per ambire all’assegnazione di un alloggio popolare; 400 sono le domande per l’emergenza abitativa esaminate in Commissione; poi ci sono 1.300 domande presentate per il bando PSH (Parma Social House) da famiglie che si trovano in condizione di reddito superiore a quella prevista per la casa popolare, ma che non sono più in grado di pagare un affitto sul libero mercato.

“In questa situazione – è ancora Laura Rossi che parla - l’assessorato al welfare del Comune di Parma ha investito notevolmente nell’ambito delle politiche abitative ipotizzando due percorsi: da una parte abbiamo previsto, insieme ad Acer, un investimento strutturale a medio termine che prevede l’aumento alloggi ERP e l’implementazione della gestione del’edilizia sociale, che andrà a sostenere le famiglie, mettendo sul mercato alloggi a canoni calmierati, “contenendo” nel tempo il rischio sfratti; dall’altra abbiamo cercato tutti gli alloggi disponibili per le collocazioni d’urgenza, per garantire alle persone almeno una soluzione temporanea. Ora le risorse si stanno esaurendo”. Edilizia pubblica: tutto affidato ad Acer

Uno dei problemi che si deve affrontare per una gestione integrata degli alloggi pubblici è quello delle frammentazione. Per questo il Comune ha deciso di passare all’azienda Acer l’intera gestione del patrimonio abitativo, utilizzando al meglio tutti gli investimenti che oggi fanno capo a diversi soggetti. Nel corso 2013, sono stati recuperati e ripristinati 112 alloggi che si sono resi disponibili e sono stati assegnati in totale 142 appartamenti di edilizia residenziale pubblica (quella interamente a carico del Comune), di cui 83 a famiglie in graduatoria ordinaria e 59 a famiglie in situazione di emergenza. Ora, con il piano straordinario di Acer, saranno acquisiti altri 24 alloggi in Edilizia Residenziale Pubblica, da destinare a famiglie inserite in graduatoria o in situazione di emergenza abitativa. Nell’immediato futuro la stessa ACER diventerà il gestore unico anche di tutti gli alloggi di Edilizia Residenziale Sociale, subentrando a Parmabitare e Casadesso, acquisendo tutti gli appartamenti da gestire come ERS, da mettere sul mercato dell’affitto a canoni agevolati rispetto a quelli di mercato. Tramite questa operazione, nel 2014 entreranno a far parte del patrimonio pubblico 111 alloggi ERS, ai quali si aggiungeranno in corso d’anno ulteriori 34 appartamenti. A tutto ciò si aggiunge il progetto Parma Social House, che ha già assegnato i primi 98 alloggi ed ha approvato il bando per l’assegnazione di altri 82 appartamenti, destinati a giovani coppie o a famiglie garantendo contratti d’affitto sostenibili.

Le disponibilità per l’emergenza. Sul fronte dell’emergenza (famiglie rimaste senza un tetto per effetto di sfratto o altre contingenze) i dati dicono che sono stati utilizzati 69 appartamenti a totale carico del Comune contro i 39 dell’anno precedente, cifra questa che fornisce un segno inequivocabile sull’evoluzione della crisi. A queste disponibilità (tante per le risorse su cui si può contare, ma poche per le necessità reali) si aggiungono 10 alloggi acquisiti tramite il bando “Agenzia casa”, 8 alloggi a Corcagnano e 8 monolocali in via Casa Bianca. Infine, sempre nel 2013, 76 nuclei familiari sono stati accolti temporaneamente in strutture per mamme con bambini, residence, ostelli, alloggi con servizi. 

Dormitori. La gestione dell’accoglienza in emergenza delle persone che dormono fuori (prevalentemente stranieri) comporta una spesa di 650.000 euro annui a carico del Comune. I posti nei dormitori maschili sono 88 (24 nella struttura comunale permanente, 24 per emergenza freddo al “Cornocchio” comunale e 40 della Caritas). I posti nei dormitori femminili sono 25 (13 Cento Lune e 12 Caritas). A questi si aggiungono i 6 posti dormitorio misto Betania, riservati a persone con dipendenze. Per l’accoglienza dei rifugiati politici sono a disposizione altri 34 posti letto dedicati, ai quali si aggiungono 15 posti loro riservati all’interno dei dormitori.

Contributi per l’affittoNel 2013 il Comune di Parma ha erogato € 306.700 (ma la proiezione a fine anno prevede 400.000 euro), contro i 232.000 euro del 2012. A questi si aggiungono € 80.000 del Comune di Parma, gestiti tramite il Bando affitti della Provincia

Chiesto il blocco degli sfratti. Le esigenze, comunque, restano purtroppo assai superiori alle disponibilità, nonostante gli sforzi del Comune. Per questa ragione, l’Amministrazione Comunale ha richiesto al Prefetto la convocazione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica al fine di concordare un piano cittadino di gestione dell’emergenza abitativa, che ha ormai superato di molto le risorse disponibili del Comune, per potere fronteggiarne l’impatto sociale di questa situazione. Nell’incontro il Sindaco, tramite l’assessore Rossi, avanzerà tre richieste: al Prefetto chiederà il blocco temporaneo degli sfratti almeno in relazione all’imminente stagione fredda; al Vescovo (la Chiesa di Parma si è sempre dimostrata molto sensibile su questo tema) chiederà di valutare la possibilità di mettere a disposizione della città ulteriori spazi per collocare le famiglie in emergenza (dormitori per famiglie), dando la possibilità ai servizi di valutare situazioni e organizzare l’accoglienza più adeguata; infine farà un appello alle altre Istituzioni/Fondazioni/Privati affinchè possano essere messi a disposizione appartamenti a canone simbolico (o con i soli costi vivi). Ciò allo scopo di permettere ai servizi di collocare le famiglie in emergenza e di affrontare la crisi in atto.

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