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Cronaca Centro / Piazzale Sanvitale

Club Alpino Italiano, il Premio Leoni a Elio Orlandi: la consegna a Palazzo Sanvitale

Il Premio quest'anno verrà assegnato a Elio Orlandi, alpinista trentino che, insieme ad altri di quella regione, da anni, ha spostato l'attenzione dalle montagne di casa sulla Patagonia

Per ricordare Luigi Leoni, istruttore del CAI (Club Alpino Italiano) di Parma, prematuramente scomparso nel 2000, la Scuola di Scialpinismo del CAI “Enrico Mutti” e la Sez. CAI di Parma istituirono alcuni anni fa il Premio a lui dedicato. Da allora, il Premio, giunto quest’anno alla XIII edizione, viene organizzato ed assegnato, annualmente, a chi ha vissuto e vive un autentico rapporto con la montagna contraddistinto dal gusto della scoperta, dal senso dell’amicizia e della solidarietà, dall’attenzione all’ambiente.

Il Premio quest’anno verrà assegnato a Elio Orlandi, alpinista trentino che, insieme ad altri di quella regione, da anni, ha spostato l’attenzione dalle montagne di casa sulla Patagonia, frequentandola con assiduità fino a viverla quasi come una seconda, grande casa e sicura meta d’elezione per la loro attività alpinistica.

L’appuntamento con il Premio Leoni è per martedì 25 marzo alle ore 21 presso la Sala delle Feste di Palazzo Sanvitale (P.le J. Sanvitale, 1–Parma). La manifestazione è sostenuta da Banca Monte Parma, di cui Leoni era dipendente, con il patrocinio e la coorganizzazione del Comune di Parma. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.Il Premio si svolge proprio a pochi giorni dal rientro dell’alpinista da un lungo soggiorno in Sudamerica e sarà anche l’occasione per raccogliere notizie ed impressioni sui risultati di questo viaggio.

L’alpinismo di Orlandi è un alpinismo praticato al riparo dai clamori, fatto di ricerca dell’avventura, condotto il più possibile con mezzi propri, lontano dalle mode e dalle facili tendenze. Elio, dopo una intensissima attività in tutte le Dolomiti e sulle grandi classiche delle Alpi occidentali, comincia a frequentare la Patagonia agli inizi degli anni ’80 e quasi ogni anno torna in quelle terre lontane. Cerro Torre, Fitz Roy, Torri del Paine, Torre Egger sono i picchi su cui Elio disegna nel corso degli anni itinerari di estrema difficoltà, lasciando anche tracce suggestive del proprio alpinismo grazie alla sua grande passione ed abilità di cineasta.

Ma c’è un episodio particolare che lega Elio all’etica del Premio Leoni. È il 1 gennaio 2010: Orlandi è al Cerro Torre con l’amico Fabio Giacomelli per aprire una via nuova sulla parete est. Nel rientrare alla base, Fabio scompare. Elio non si dà pace, vuole ritrovare l’amico, lo cerca da solo disperatamente, tra tormente e slavine, per tre lunghi giorni, trovandone alla fine solo il corpo. Avventura e ricerca, ma soprattutto amicizia e solidarietà.

Elio Orlandi dà ulteriore lustro all’elenco dei premiati delle passate edizioni, sia personaggi (Andrea Spaggiari, Fabio Pasini, Odetta e Oreste Ferretti) sia di alto livello internazionale (Goretta Casarotto, la guida di Courmayeur Renzino Cosson, gli himalaysti Sergio Martini e Fausto De Stefani, la “Escuela Don Bosco de los Andes” in Perù impegnata nella formazione di giovani peruviani alla professione di guida, Teresio Valsesia, già direttore della Rivista del CAI ed ideatore di Camminaitalia, il grande alpinista Kurt Diemberger, le guide alpine di Valtournanche, padre e figlio, Marco e Hervè Barmasse e, l’anno scorso, lo scialpinista Giorgio Daidola).

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