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Cronaca

Indagini sull'appalto al Cara di Mineo: Pizzarotti proprietaria del centro di accoglienza

Il Cara di Mineo, proprietà della Pizzarotti spa, fu destinato all'attività di accoglienza di migranti nel 2011, prima la struttura era un residence per i militari Usa. Oggetto di indagine è la gara di appalto da 100 milioni di euro che, secondo l'accusa, sarebbe stata pilotata da Odevaine, soggetto fondamentale nella vicenda di Mafia Capitale.

Da Parma fino a Mineo passando per la città capitolina, ancora alle prese con il grande business legato alle cooperative di Buzzi, l'intricato sistema affaristico tocca anche la Pizzarotti spa, non coinvolta dal punto di vista giudiziario nella vicenda. 

LA STORIANel 2000 l'impresa Pizzarotti costruisce a Mineo un residence, "Residence degli Aranci" che ospita, fino al 2010, i militari Usa della base aeronavale di Sigonella. Nel 2011 a seguito dei grandi sbarchi di migranti nell'isola, l'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni affida a Giuseppe Castiglione, l'ex Presidente della Provincia di Catania e sottosegretario al Ministero dell'Agricoltura -ora indagato per l'affidamento truccato al Cara-, il ruolo di subcommissario all'emergenza immigrazione.

Il residence di Pizzarotti viene così destinato all'accoglienza dei migranti. A vincere l'appalto per la gestione dei vari servizi all'interno del Cara fu la Ati, una cordata di imprese che andavano dalla ristorazione alla manutenzione degli alloggi.

All'interno della cordata un florilegio di nomi e cooperative: Sol Calatino molto attiva in Sicilia, la Cascina coop vicina a Comunione e Liberazione, la Croce Rossa e l'impresa Pizzarotti che continuerà a gestire la manutenzione del plesso immobiliare.

La gara di appalto da 100 milioni di euro oggetto di indagini, sarebbe stata -secondo le accuse- pilotata da Odevaine, sarebbe stata pilotata da luca Odevaine, soggetto che gioca un ruolo fondamentale nella vicenda di mafia capitale. 

Odevaine, uno dei protagonisti dell'indagine di Mafia Capitale, sbarca in Sicilia nel 2012 e incontra Castiglione e conosce i 'futuri' eletti alla vincita. La gara di appalto sarà reindetta nel 2014 attraverso un "bando sartoriale" (così la chiama Buzzi interrogato dal pm ) in cui a vincere sarà la predestinata cordata di imprese Ati.

L'impresa Pizzarotti gioca un ruolo molto defilato nella vicenda e non è indagata. Le capofila della cordata sono la Cascina, la Sisifo e la Sol Calatino ma l'impresa parmense, proprietaria delle 403 villette di Mineo, ha ricevuto dallo Stato per il contratto di locazione un indennizzo da 6 milioni di euro.

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