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Cronaca

Carcere, il 15 settembre iniziano i lavori di ampliamento

Le reazioni della politica e delle autorità sanitarie: come si sta preparando il nostro territorio alla realizzazione del nuovo padiglione, che ospiterà 200 nuovi detenuti e che dovrebbe essere terminato entro il gennaio 2018

Il 15 settembre inizieranno i lavori per l'ampliamento del carcere di via Burla a Parma. Secondo le previsioni i lavori per il nuovo padiglione saranno completati entro il gennaio del 2018 e, al termine, ospiteranno 200 nuovi detenuti. E' l'applicazione del Piano Carceri, un strumento di anni fa, antecedente alla sentenza Torreggiani. Nessuno sembra essere contento della decisione di iniziare i lavori, che verranno realizzati dalla ditta Devi di Brescia. La presenza del cantiere comporterà il trasporto di materiali eccezionali. Per i poliziotti della Penitenziaria sarà un lavoro in più, con i dodici nuovi posti di servizio che sono già stati istituiti per monitorare il cantiere. Per i 320 agenti attualmente in servizio -sempre in carenza di organico- non sarà facile da gestire. Abbiamo cercato di capire se per le forze politiche e sociali del territorio l'ampliamento del carcere è una priorità e quali problematiche pone alla città, dal punto di vista sanitario e della sicurezza.

IL GARANTE DEL COMUNE: "PARMA SI SCHIERI CONTRO L'AMPLIAMENTO' - "E' inutile auspicare che venga dedicato al Centro diagnostico quando l'aggiudicazione dei lavori è stata fatta per realizzare un padiglione solo di reclusione, non sono previsti nè la creazione di un centro diagnostico terapeutico e non ci sono neanche spazi per i colloqui con i famigliari. La soluzione della costruzione del padiglione potrà al limite risolvere la sovrapopolazione di altri istituti anche di altre regioni a spese dei detenuti e del personale di Polizia Penitenziaria di Parma".

Roberto Cavalieri esprime, come ha già fatto in altri contesti, la propria forte contrarietà al progetto Roberto Cavalieri, Garante dei Detenuti del Comune di Parma. "Voglio lanciare anche l'allarme -aveva detto in occasione della firma di un protocollo tra carcere e Ausl - rispetto alla prevista costruzione del nuovo padiglione del carcere di Parma, che ospiterà - secondo il Piano Carceri - altri duecento detenuti. Recentemente c'è stato l'appello della Garante regionale per il proseguimento dei lavori. Io penso invece che Parma debba prendere una posizione contro questo progetto, che sarebbe insostenibile anche dal punto di vista del sistema sanitario all'interno del carcere.

POLEMICHE TRA GARANTI - LA REPLICA DELLA GARANTE REGIONALE: "AUSPICO VENGANO DEDICATI AL CENTRO DIAGNOSTICO' - "Con riferimento alle dichiarazioni del Garante del Comune di Parma, relative al ritenuto appello della Garante regionale per la prosecuzione dei lavori di costruzione del nuovo padiglione presso gli II.PP. di Parma, si precisa quanto segue, non essendo le stesse veritiere : ad aprile 2015, nel corso di una riunione dei Garanti regionali con i vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, è stata data la conferma che sarebbero stati portati a termine i lavori di ampliamento del penitenziario parmense, con la costruzione di un nuovo padiglione, anche in ragione dell’aggiudicazione dell’appalto. Ciò premesso, come anche riportato di recente con un comunicato stampa (si veda il link in fondo) l’auspicio della Garante regionale è che i posti della nuova struttura vengano dedicati a ospitare spazi per l’ampliamento del Centro diagnostico terapeutico, di cui è costante la totale copertura dei posti disponibili e di conseguenza un numero eccessivo di detenuti affetti da gravi patologie, in ragione dei posti limitati a disposizione, viene collocato nelle ordinarie sezioni detentive, ambienti ovviamente inidonei per una persona malata il tutto nell'attesa, spesso lunga, che si liberi un posto. Tale criticità è stata segnalata all’Amministrazione Penitenziaria a più riprese dalla Garante regionale, in ragione delle doglianze giunte in maniera ricorrente da parte dei detenuti, soprattutto quelli con lunghe pene da scontare, legate alla promiscuità determinata dalla convivenza di persone sane e malate, che comporta un peggioramento delle condizioni di vita complessive, risultando fondamentale per la tutela del diritto alla salute delle persone detenute che i trasferimenti e le assegnazioni per motivi sanitari, giustificati per assicurare cure più adeguate al detenuto rispetto al carcere di provenienza, intervengano solo previa valutazione dell'effettiva sostenibilità della presa in carico nel breve periodo

SACCENTI: "CONFRONTO CON IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA" - Elena Saccenti, direttore generale dell'Ausl di Parma commenta a Parmatoday la decisione di portare avanti il progetto di ampliamento del carcere di via Burla. ""Auspichiamo che ci siano tutte le condizioni per rispondere ai bisogni sanitari e socio-sanitari dei detenuti, oltre che per migliorare l'organizzazione del lavoro di custodia e riabilitazione, e confidiamo che sia possibile un confronto con i servizi competenti del Ministero della Giustizia nelle sedi istituzionali della programmazione delle attività sanitarie in carcere".

SAPPE: "GARANTIRE LA SICUREZZA DELLA STRUTTURA" - 'Il Sappe in una nota chiede "all'Amministrazione, di inviare un congruo numero di agenti in missione per garantire la sicurezza della struttura". "Sono stati infatti istituiti -prosegue la nota di Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Errico Maiorisi, vice segretario regionale- altri 12 posti di servizio, rispetto a quelli già esistenti. Tutto ciò creerà ulteriori difficoltà operative, considerato che il reparto di Parma, per soddisfare le attuali esigenze di sicurezza e tutti gli  altri servizi, dovrebbe avere un organico di 417 unità di polizia, mentre, effettivamente, ne sono impiegati solo 320; le oltre 100 unità mancanti sono impiegate in altre strutture o in altri servizi". 

SINAPPE: "GARANZIE PER L'ADEGUAMENTO DELL'ORGANICO" - "I lavori per l'ampliamento della struttura sono fermi da anni - commenta il Sinappe a Parmatoday. Non credo sia una priorità altrimenti sarebbero stati sbloccati da tempo. Il vero problema è quello della carenza d'organico che in caso di un'accelerazione dei suddetti lavori, con conseguente apertura del nuovo padiglione, si aggraverebbe ancora di più. Consideri che malgrado le nostre manifestazioni di protesta e la concomitanza col piano ferie estivo che ci sta mettendo in ginocchio, continuano a persistere provvedimenti di distacco verso altre sedi, nel numero di oltre 100 unità, compreso il personale assegnato provvisoriamente alla Scuola di Parma che allo stato attuale non gestisce alcun corso di formazione. In definitiva, il Sinappe non sarebbe contrario ad un eventuale ampliamento del penitenziario di Parma, ma richiederebbe tutta una serie di garanzie in ordine all'adeguamento dell'organico  ed ai necessari lavori di ammodernamento del vecchio padiglione per non ricadere nell'errore commesso per altri Istituti della Regione, presso i quali è stato fin da subito chiaro fosse stata creata una divisione tra padiglione di serie "A" e di serie "B", con tutto quanto ne è poi conseguito in ordine alla gestione dei detenuti.

DALL'OLIO: "CHIEDIAMO PIU' FORZE DELL'ORDINE" -  "Le politiche carcerariE non le decide l'Amministrazione comunale,  se andranno avanti i lavori in ogni caso penso che ci dovrebbe essere da parte dei Ministeto degli Interni un impegno di garantire a Parma una maggiore dotazione di forze dell'ordine, anche per presidiare il territorio. Le persone che escono c'è un problema per assisterle ed evitare che rientrino nel giro della criminalità, non è che il Comune possa impedire delle politiche legate allo sviluppo del carcere ma può chiedere che vi sia un impegno per l'invio delle forze dell'ordine. E anche risorse per i servizi per l'accompagnamento quando i detenuti vengono rilasciati". 


 

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