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Cronaca

Cemento Spa, Legambiente: "Emilia-Romagna sul podio degli illeciti"

Dossier dell'associazione su mafia, corruzione e abusivismo edilizio nel Nord. Parma tirata in ballo per gli arresti di Green Money 2 e per gli 11 assessori indagati nella vicenda dell'Ospedale Vecchio

CEMENTO SPA: IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE
Mafie, corruzione, illegalità: sono l’altra faccia dell’Italia, tre criticità che colpiscono tutta la Penisola. Negli ultimi cinque anni anche il Nord-Italia ha, infatti, registrato dati allarmanti che indicano come questi fenomeni non siano una prerogativa solo del Sud del Paese. E i numeri parlano chiaro: dal 2006 al 2010 ci sono state 7.139 infrazioni, 9.476 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Senza contare lo scioglimento forzato o le dimissioni anticipate di consigli comunali per infiltrazioni mafiose, Piani di governo del territorio (Pgt) scritti e riscritti “sotto dettatura”, professionisti sorpresi con la mazzetta in mano - banconote da 200 e 500 euro - e ancora omicidi, sequestri, denunce.

In Emilia Romagna la situazione non è diversa rispetto alle altre regioni del Nord: la nostra regione si posiziona infatti al terzo posto nella poco rassicurante classifica degli illeciti del ciclo del cemento, con 1431 persone denunciate (15% del totale del nord Italia), e 243 sequestri effettuati.

LE MANI DEI CLAN SULL'EMILIA-ROMAGNA
La relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia (2010), descrive chiaramente quanto la presenza dei Clan mafiosi in Emilia Romagna sia una realtà acquisita, con una consolidata presenza delle imprese mafiose negli appalti, nelle speculazioni immobiliari e nel traffico illecito di rifiuti.

Come si legge nelle relazioni della Direzione investigativa antimafia, la ‘ndrangheta e i clan campani sono le organizzazioni criminali più radicate in regione. La prima è «tradizionalmente  presente nel reggiano, e più recentemente nelle province di Parma e Piacenza ed in quella di Rimini (ove pure operano cellule di cosche crotonesi e reggine) con una strategia criminale tesa alla mimetizzazione nell’economia legale, a cominciare dal mercato edile ed immobiliare»; la seconda invece scorrazza in mezza regione.

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PARMA NEL DOSSIER
Una delle vicende di presunta corruzione che ha investito in pieno il comune di Parma la scorsa estate è quella che ha portato all’arresto di 11  persone, tra cui il comandante della polizia municipale, 3 dirigenti comunali e un investigatore privato. Si tratta dell’inchiesta denominata “Green Money 2” su presunte tangenti per i lavori del verde pubblico. Gli indagati sono accusati di corruzione e reati contro la pubblica amministrazione. La Guardia di finanza nel corso della conferenza stampa ha parlato di un giro di soldi pubblici per mezzo milione di euro. E’ stato lo stesso procuratore capo di Parma, Gerardo Laguardia, a dichiarare pubblicamente che «a Parma il fenomeno della corruzione è molto diffuso».

Sulle tracce di anomalie nell’attività dell’Amministrazione comunale, la procura di Parma ha messo sotto esame anche l’intero progetto di restauro dell’Ospedale vecchio, dove risultano indagati ben 11 assessori e un imprenditore. Al centro dell’indagine, la delibera del 27 maggio 2010 che affidava i lavori a una ditta in project financing. Le ipotesi di reato sono abuso di ufficio e violazione dell'articolo 170 del Codice Urbani sugli immobili di interesse storico e artistico. Un vero e proprio terremoto in Comune che, dopo le vibranti proteste della cittadinanza e di buona parte del mondo
politico, ha spinto a fine settembre scorso il sindaco Pietro Vignali a rassegnare le dimissioni.

Se a Parma sulla corruzione ancora s’indaga e ogni conclusione è prematura, la presenza dei clan i Emilia Romagna è, invece, una realtà acquisita. Ne parla ampiamente la Relazione annuale della Direzione nazionale antimafia (2010), che descrive una consolidata presenza delle imprese mafiose negli appalti, nelle speculazioni immobiliari, nel traffico illegale di rifiuti.

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