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Cronaca

Tra la vita e la morte: viaggio con i medici della Chirurgia d'urgenza del Maggiore

Un lavoro che è anche una missione, al servizio dei cittadini di Parma e del Nord Italia. Il dottor Fausto Catena, direttore del reparto: "La soddisfazione più grande? I 'grazie' che riceviamo dai pazienti che si sono ripresi"

Un equipè medica di dieci chirurghi garantisce l'intervento immediato in caso di emergenza per tutti i parmigiani e per i cittadini di alcune città del Nord Italia, da Piacenza fino a Modena. E' il Trauma Center, nato dieci anni fa all'interno dell'Ospedale Maggiore di Parma. Qui arrivano tutti i casi più gravi: dai feriti negli incidenti stradali ai lavoratori che riportano traumi in più parti del corpo, dalle vittime di arma da taglia e quelle di arma da fuoco. Dietro alle quinte di quei medici parmigiani che lavorano, a turno, 24 ore su 24, sette giorni su sette per salvare la vita ai parmigiani e non in difficoltà non ci sono sceneggiature da film ma la vita di persone reali che hanno scelto la professione medica come missione, a favore degli altri. 

Il dottor Fauso Catena è da cinque anni il direttore della Chirurgia d'urgenza dell'Ospedale Maggiore di Parma. Abbiamo rivolto a lui alcune domande per cercare di capire come funziona, dall'interno, questo importantissimo servizio per tutti i cittadini di Parma. Il suo, più che un lavoro, è una vera e propria missione. 

"In tutti i sistemi sanitari sanitari occidentali si creano delle reti per cui ci sono dei centri di riferimento che si chiamano Hub e degli centri che si chiamano spoke: gli Hub sono quelli che hanno la maggiore attività, gli spoke mandano i pazienti negli Hub, dove si ha una particolare esperienza nel trattare un certo tipo di malattie. Parma è uno dei tre centri regionali Hub per il trattamento del politrauma, gli altri due sono Bologna e Cesena. Parma è il riferimento nel trattamento dei traumi per tutta l'Emilia Nord. Questo consente a tutti i pazienti che hanno un politrauma grave di avere un centro disponibile che può trattare il politrauma in maniera veloce ed efficace.

Il tempo del soccorso, del trasporto e dell'arrivo al Trauma Center è essenziale, e' questione di minuti. "Il politrauma grave è la prima causa di morte per i maggiori di 40 anni. Il fatto che dopo un politrauma grave si possa vivere o morire dipende da quanto sei vicino al centro Hub e in quanto tempo riesci ad arrivare li. Si parla di ora d'oro: da quando succede il trauma a quando viene trattato non deve passare, teoricamente, più di un'ora. L'avere un centro Hub ben organizzato e vicino condiziona il fatto che tu possa vivere o morire. Qui c'è un team dedicato, di cui fa parte la Rianimazione, la Medicina d'urgenza e il Pronto Soccorso, la radiologia. Questo tema lavora coordinato per la gestione dei politraumi gravi, secondo tutte le metodiche più moderne: alla popolazione viene offerto un grosso servizio. Proviamo solo a pensare al fatto che a Parma passa l'A1. Parma coordina anche il 118 per l'Emilia Nord: l'elicottero riesce a recuperare persone con politraumi gravi anche in altre città del Nord Italia.

Quali sono le cause principali di politraumi gravi? "La maggior parte arrivano da incidenti stradali, ma anche incidenti sul lavoro o che avvengono durante il tempo libero. La parte chirurgica è eseguita da un equipe di nove persone e con turni di servizio impegnativi, riesce a garantire sicurezza ai cittadini. E' stato dimostrato che il fatto di avere la chirurgia d'urgenza aumenta la performance delle persone che fanno parte del team. La grossa differenza tra la patologia ad esordio acuto e quella a esordio non acuto è che per quest'ultima una persona può decidere cosa fare e dove andare: nel primo caso la persona ferita è scaraventata in ospedale e non può scegliere. La risposta deve essere rapida ed efficace. Si parla di trauma team, ovvero di gestione multidisciplinare, quando arriva un paziente grave la decisione non è presa da una sola persona ma da più persone: è fondamentale avere un team ben organizzato. Ai dieci chirurgi si aggiungono trenta-quaranta rianimatori e altre figure fondamentali. Queste persone mettono a disposizione la propria disponibilità per un valore: questi medici sono stimabili perchè affrontano dei turni di lavoro impegnativi e sono sempre esposti allo stress in situazioni complicate come quelle dei trumi acuti.

Avete necessità di aumentare il numero di personale medico? Il numero di dieci è perfetto perchè i medici devono acquisire una certa esperienza che si ottiene solo con un determinato numero di pazienti trattati ogni anno. Se il chirurgo non ha un numero sufficiente di casi trattati perde la possibilità di avere quell'esperienza necessaria. Sono direttore da cinque anni, prima lavorava in Chirurgia d'urgenza a Bologna; gli altri medici lavorano qui da dieci anni, ovvero da quando è stato creato il Trauma Center. Hanno una professionalità creata con grossi sacrifici.

Quali sensazioni prova durante e soprattutto dopo il lavoro, quando si rende conto di aver salvato delle vite. "La sensazione più bella sono i 'grazie' che riceviamo. sia dai pazienti che hanno fatto interventi piccoli sia da un pazienti a cui hai salvato la vita. Quando vedi che sei riuscito a recuperare una persona dal baratro e tu l'hai rimessa nella sua vita, accanto ai suoi figli, è una soddisfazione particolare. In alcuni casi i pazienti possono rimanere in Rianimazione anche settimane, mesi. Quando riescono ad uscire il recupero è completo: quando riusciamo a farlo uscire dall'ospedale spesso i medici non riconoscono i pazienti che tornano in reparto. La capacità di recupero e ripresa è straordinaria.

Quanti interventi di questo tipo vengono effettuati durante l'anno? "Effettuiamo circa un migliaio di interventi all'anno: il numero di persone che vengono visitate sono migliaia. Il carico di lavoro è a piramide invertita: ci sono molte persone che vengono visitate, poi gli interventi invece vengono effettuati solo su una parte di questi. Le persone che ncontriamo sono tante, il reparto è piuttosto conosciuto e la popolazione è affezionata. Qualche anni fa sembrava che ci fossero dei problemi per garantire la continuità del reparto: molte persone hanno dimostrato la loro vicinanza al reparto, che è molto conosciuto dalla popolazione". 

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