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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

L'esperto: "Eroina assassina, agisce in fretta e può portare alla morte. Ecco perché "

Il dottor Enzo Poli, del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Parma ci spiega che ..

“Non dimentichi un fatto essenziale: per l’eroina, come per molti farmaci attivi sul sistema nervoso centrale, ciò che si osserva dopo la somministrazione è fortemente in relazione allo stato del soggetto. Vuol dire che se usi un farmaco attivo sul sistema nervoso centrale puoi avere effetti diversi da quello desiderato se quel farmaco è usato per motivi diversi da quello terapeutico. L'esempio degli ansiolitici, che si usano per ridurre l'ansia, che se usati in un paziente che non ha ansia non avrà effetti ansiolitici ma invece potrà avere effetti diversi e imprevedibili”. Enzo Poli, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, ci mette in guardia prima di parlarci degli effetti devastanti dell’eroina, una droga che in città è in continuo rialzo. Corre veloce e si fa ‘apprezzare’ rispetto alle altre sostanze stupefacenti, soprattutto tra i giovani. In relazione all’aumento pauroso dell’ero, ci siamo voluti focalizzare in particolare sugli effetti provoca nel corpo e nella mente di chi la usa. 

Dottore, ci parli un po’ dell’eroina. 

“Vorrei dirvi prima una cosa: gli effetti dell’eroina sull’organismo sono diversificati ed in generale molto complessi. Questa complessità deve essere considerata anche in relazione alla tipologia di soggetto che assuma la sostanza. Innanzitutto, l’eroina è un farmaco appartenente alla classe degli oppiacei, che nel cervello viene convertito in morfina ed altre sostanze similari; pertanto, eroina e morfina possiedono azioni farmacologiche che si assomigliano. L’eroina, a differenza della morfina, presenta effetti ad insorgenza rapidissima (in 2-3 minuti rispetto ai 15-30 minuti richiesti dalla morfina), ma che decadono in maniera altrettanto rapida (1-2  ore rispetto alle 5-6 ore della morfina). Per questo, l’eroina viene preferita da chi ne faccia abuso per ottenere effetti più intensi (high); tuttavia la brevità dell’effetto facilita le assunzioni ripetute e ad intervalli ravvicinati (anche 2 volte al giorno); ciò porta più facilmente alla comparsa di uno stato di dipendenza”. 

Quali sono gli effetti? 

“Gli effetti principali dell’eroina sono rappresentati dall’analgesia, ben misurabile nel soggetto che sia affetto da un dolore fisico. Inoltre, la sostanza provoca un’intensa stimolazione a livello cerebrale dei sistemi della gratificazione, evocando di conseguenza un senso di piacere artificiale. Nell’immediato, l’eroina evoca uno stato di estasi simile ad un orgasmo, che si diffonde a tutto il corpo come un senso di calore generalizzato.  Stranamente, il soggetto in queste condizioni è tipicamente in preda ad una sudorazione fredda, ad un senso di vuoto e di confusione mentale, da depressione cardiovascolare con bradicardia e ipotensione. Il soggetto che assuma dosi elevate (overdose) può manifestare dispnea e depressione respiratoria fino al coma ed alla morte, se non prontamente assistito. Gli effetti più tardivi (20-60 minuti) sono caratterizzati da rallentamento del pensiero e perdita di senso logico. Il tono dell'umore può diventare euforico (senso di benessere) o disforico (stato di profonda frustrazione con crisi di pianto e di disperazione); le percezioni temporali risultano alterate: le ore sembrano minuti, i minuti secondi”. 

Quando si raggiunge il picco massimo? 

“Il picco massimo di effetto compare dopo un’ora circa dall’assunzione e si caratterizza per uno stato di torpore, più o meno intenso, e da una sorta di distacco emotivo dalla realtà. il soggetto raggiunge una sensazione di pace, di isolamento e di esaltazione interiore, tendendo così a dimenticare ogni problema della vita reale. L’eroina si caratterizza anche per un’azione psicotomimetica (comparsa di allucinazioni visive ed auditive), che nei soggetti che abusano della sostanza rappresenta un’ulteriore motivo di attrazione. Nel loro complesso, gli effetti dell’eroina (e della morfina) sono fortemente gratificanti e piacevoli, per questo capaci di indurre fortissimi effetti di dipendenza, sia fisica che psicologica”. 


Quanti tipi di dipendenza ci sono?

“La dipendenza fisica si manifesta come uno stato in cui il soggetto non può vivere senza assumere la sostanza e si caratterizza per la comparsa della cosiddetta “sindrome d’astinenza”, un costellato di sintomi quali tremore, agitazione psicomotoria, palpitazioni, stati paranoidi, ecc., che rendono il soggetto incapace di vivere nel contesto reale. In queste condizioni, l’assunzione continua di eroina diventa fondamentale per controllare i sintomi di tale astinenza.  La dipendenza psicologia, molto più difficile se non impossibile da eradicare,  consiste nella necessità incoercibile di risperimentare gli effetti gratificanti della sostanza, che diventano lo scopo unico nella vita del soggetto reso dipendente”. 

Come si esce dal tunnel?

“La clinica dell’eroina contempla le terapie di disassuefazione all’assunzione del farmaco. Non sono attualmente previsti usi terapeutici della sostanza, dopo che, ai tempi dell’immissione in commercio (fine 1800) l’eroina venne proposta per la cura di diverse patologie respiratorie, inclusa la tosse. Solo in Inghilterra permangono tentativi di utilizzo della sostanza come analgesico, uso peraltro fortemente ristretto dal rischio concreto di creare dipendenza. Il soggetto dipendente viene seguito in centri specializzati, dove si effettuano cure non solo di tipo farmacologico, ma soprattutto di tipo psicologico. Il trattamento prevede diversi schemi terapeutici, basati sull’utilizzo di farmaci sostitutivi dell’eroina, come ad esempio il metadone, che siano meno propensi a dare dipendenza psicologica e che siano efficaci nell’alleviare i sintomi legati alla sindrome d’astinenza.  Un aspetto poco considerato a livello dell’opinione pubblica è il fatto che l’eroina, come la morfina stessa,  sia un forte depressore del sistema immunitario. Ciò comporta una propensione allo sviluppo di infezioni anche gravi (epatiti, AIDS, tubercolosi, ecc.) nei soggetti che facciano uso cronico di eroina o di altri oppiacei ‘forti’”.  

Quante vie di somministrazione ci sono?
 
“La via di somministrazione principale è la via endovenosa, che garantisce per definizione la comparsa di effetti immediati ed intensi. Meno efficace per l’abuso è invece la via orale, che richiede dosi maggiori e determina effetti blandi e variabili, quindi inadatti a soddisfare le necessità di chi ne faccia un uso compulsivo. L’utilizzo dell’eroina per via respiratoria (sniffata o fumata)  garantisce un effetto molto evidente, ma meno intenso e più duraturo rispetto alla via endovenosa, se non altro perché l’assorbimento sistemico del farmaco si realizza in tempi più lunghi rispetto ad una somministrazione rapida direttamente in circolo. Gli effetti gratificanti sono quindi stemperati e prolungati nel tempo e quindi meno pericolosi per quanto riguarda la depressione respiratoria”.

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