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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Il Consorzio del Prosciutto di Parma: "Siamo parte lesa"

"Le aziende accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio aggravata hanno agito a totale insaputa dei produttori di Prosciutto di Parma"

"In riferimento alle perquisizioni -si legge in una nota del Consorzio del Prosciutto di Parma- dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF) effettuate oggi presso alcune aziende attive nel settore suinicolo, il Consorzio del Prosciutto di Parma desidera ringraziare il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e tutte le forze di polizia che hanno portato alla luce l’illecito a tutela del Made in Italy e in particolare dei prosciutti DOP. Ribadisce inoltre che le aziende accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio aggravata hanno agito a totale insaputa dei produttori di Prosciutto di Parma.
 
"Siamo parte lesa in questa situazione che danneggia enormemente il lavoro di tutto il comparto – ha dichiarato Vittorio Capanna, presidente del Consorzio. Allo stesso tempo siamo orgogliosi che il sistema di controllo che regola la qualità delle DOP funzioni, anche grazie alle attività incrociate tra i nostri ispettori e quelle delle forze dell’ordine. E’ bene inoltre ricordare che, grazie alla tracciabilità della filiera tutelata, nessuna coscia dei maiali provenienti da tali aziende potrà diventare un prosciutto DOP e i pezzi eventualmente in stagionatura saranno facilmente indentificati e distolti dal circuito. Il Prosciutto di Parma è un prodotto a denominazione di origine protetta controllato da un rigido disciplinare produttivo. La qualità del prodotto DOP è garantita dalla “firma” lasciata da ogni componente della filiera in modo che si possa in qualsiasi momento risalire e verificare tutti i passaggi della catena produttiva. I maiali devono avere precise caratteristiche riguardo alla zona di provenienza – nati e allevati in 10 regioni del centro-nord Italia – e alla razza e sono alimentati esclusivamente con cibi di qualità. Solo in presenza di questi requisiti, certificati dalla documentazione e dal tatuaggio apposto dall’allevatore, possono essere avviati alla produzione tutelata.
 
 

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