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Cronaca Centro / Strada della Repubblica

Flash mob alla Prefettura: i precari in silenzio guardano la bandiera

Dopo la dimostrazione il gruppo è stato accolto dal prefetto Luigi Viana che si è fatto carico di consegnare al Presidente del Consiglio una lettera nella quale i giovani chiedono l'intervento attivo dello Stato

L'iniziativa è partita da Parma, ma non rimarrà un caso isolato. Presto verranno organizzati flash-mob in tutta Italia per sollevare il problema del precariato. I precari si mobilitano attraverso quello che chiamano un sommovimento sociale, e non si fermeranno finché il Governo e i mass media non daranno loro l'attenzione richiesta. Perché essi chiedono che di loro si parli, che la politica si occupi dell'instabile condizione lavorativa in cui versano.

Chiedono di poter capire come sarà la pensione, e se possono ancora nutrire la speranza di arrivarci alla pensione. In primis si domandano quale futuro li attenda. La maggior parte di loro sono giovani tra i 20 e i 30 anni, usciti dall'Università o dalle Scuole Superiori con il sogno di realizzarsi professionalmente e mettere su famiglia, ma allo stesso tempo si chiedono “come possiamo fare? Cosa possiamo costruire in un mondo che ha tradito i nostri sogni?" Lamentano che nessuno li ascolta, che si sentono invisibili, ma tali non vogliono essere e oggi hanno provato a farsi sentire tramite una  delegazione che si è riunita alle 18:15 davanti alla Prefettura di Parma e per 2 minuti ha guardato in silenzio la bandiera italiana. Un silenzio che stava a significare “Italia, esistiamo anche noi”.

Dopo la dimostrazione, i precari sono stati accolti e ascoltati dal Prefetto di Parma, Luigi Viana, che si è fatto carico, quale rappresentante dello Stato sul territorio locale, di consegnare al Presidente del Consiglio una lettera, firmata da 100 parmigiani e non, nella quale i giovani riversano i loro dubbi e chiedono l'intervento attivo di Silvio Berlusconi. “A quella di oggi – fa sapere Matteo Caselli, organizzatore del flash-mob – seguirà un'altra iniziativa. Stiamo infatti preparando un ricorso da presentare alla Corte Europea dei Diritti per avere chiarimenti sulla normativa interna dell'Inps riguardo al nostro calcolo della pensione, un calcolo che ai lavoratori parasubordinati non è concesso”.
 

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