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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Teatro Regio, spettacolo unico del Maestro: due minuti di applausi per Battiato

E alla fine lo ha visto danzare, il pubblico del Regio. In un'atmosfera magica, resa orientale dalla musica suonata da Franco Battiato e la sua orchestra, due minuti di applausi hanno congedato il maestro, sopraffatto dall'affetto impaziente di chi voleva ancora ascoltarlo per ore

E alla fine lo ha visto danzare, il pubblico del Regio. In un'atmosfera magica, resa orientale dalla musica suonata da Franco Battiato e la sua orchestra, due minuti di applausi hanno congedato il maestro, sopraffatto dall'affetto impaziente di chi voleva ancora ascoltarlo per ore. Ma si sa, i concerti vanno così e sul palcoscenico di uno dei teatri più belli del mondo, Battiato ha offerto uno spettacolo unico. "Diwan -l'essenza del reale", il suo ultimo capolavoro, ha coinvolto tutti in una platea che ha fatto registrare il tutto esaurito ancora una volta. Suoni medio-orientali, andalusi, tradizionali e folkloristici, c'è tutto nell'ultima tela di un pittore che ha vissuto in lungo e in largo immagazzinando esperienze di vita che "sputa" su un pubblico che non vede l'ora di ascoltare.

Un concerto antropologico in cui Battiato cerca di far rivivere una cultura che oggi non si conosce tanto, una commistione di due mondi apparentemente lontani, resi più vicini grazie anche alla geografia, alle tematiche che diventano simili e ad un'armonia che tipicamente fiabesca. La scenografia, curata nei dettagli, fa da sfondo a un viaggio, tema del concerto, insieme alla voglia e al bisogno di trovare un luogo che dia un po' di ristoro, interiore soprattutto. La fuga verso altri lidi che vive nella rivisitazione delle poesie di un autore arabo siciliano, Ibn Hamdis, vissuto nell'epoca medievale tra Andalusia e nord Africa, Sicilia e porti vicini, riesumata da una coppia d'archi imponente, alle spalle del maestro, seduto su un divano a suo dire "comodissimo", avvolto da tappeti e da melodie orientaleggianti. "Diwan" in arabo, significa registro, equivalente del nostro italianismo canzoniere, una raccolta di testi poetici in un progetto iniziato a studiare proprio nel periodo dei 150 anni dell'unità d'Italia, significativa scelta da parte del maestro che sottolinea, se mai c'è ne fosse bisogno, l'immensa cultura di un vissuto reale, a 360 gradi che lo ha visto davvero danzare tra i riti tribali e sciamani

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