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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Molinetto / Viale dei Mille

Fukushima, è psicosi di massa: la crisi dei ristoranti giapponesi a Parma

Un dipendente del locale di via Dei Mille: "Prima avevamo il pienone per tutto il fine settimana. Ora invece solo il sabato. Cerchiamo di inserire menù low-cost, ma di nuovi clienti se ne vedono pochi"

Gli strascichi degli effetti del disastro senza precedenti a Fukushima iniziano ad essere percepiti anche a migliaia di chilometri di distanza. La catastrofe ambientale che ha piegato un paese intero sta condizionando fortemente anche il suo mercato. E si sta lentamente piegando il commercio legato alla cucina giapponese.

Dopo le raccomandazioni da parte del Ministero della Sanità su cosa evitare di comprare, a partire dalla soya e dal the verde, generalmente provenienti dal Giappone, anche a Parma si sta diffondendo una diffidenza crescente, realtà che emerge da ciò che di tale commercio vive: i ristoranti.
Il timore è che il calo di clientela possa aumentare proprio in relazione ai tragici sviluppi nipponici, con dubbi sulla qualità di prodotti che però, secondo quanto affermato dai ristoratori esotici, sarebbero, per questioni di praticità e convenienza, acquistati in Europa. Una cucina giapponese soprattutto nelle ricette, più che nei prodotti stessi.

"Lavoriamo meno di prima - afferma una dipendente del ristorante giapponese di via dei Mille. - Cerchiamo di avere più clienti con menù convenienti ma non funziona sempre. Prima avevamo il pienone il venerdì, il sabato e la domenica. Ora invece solo il sabato. Abbiamo clienti fissi, di nuovi se ne vedono pochi". Il malcontento espresso dai ristoratori riguarda anche la fiducia cieca che, di contro, è spesso riversata su punti di ristoro locali. "Chi mi dice che loro non siano i primi a comprare e quindi offrire ai clienti prodotti scadenti? Chi dice che 'locale' significhi sempre certezza di qualità?".

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