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Cronaca

Parma, provincia sempre più multietnica: 60.550 stranieri residenti

Presentato il Rapporto sull'immigrazione 2012 nella provincia di Parma. Gli stranieri sono il 13,5% che conta anche economicamente visto che sono 33mila i lavoratori stranieri nel territorio, di cui 28mila residenti

E’ sempre più una terra multietnica la provincia di Parma, in Italia una delle più abitate da cittadini stranieri. E anche se la spinta a venire a Parma è fortemente ridimensionata dalla crisi, quella degli stranieri è una presenza consolidata, misurata al 1 gennaio 2013 in 60.550 residenti stranieri (447.251 la popolazione). Un 13,5% che conta anche economicamente visto che sono 33mila i lavoratori stranieri nel territorio, di cui 28mila residenti. Una presenza sempre più femminile (il 51,7% sono donne) che segna di sé la comunità Parmense in cui un nato su quattro è figlio di genitori di nazionalità non italiana e  che manda a scuola circa 7.400 alunni stranieri (pari al 15,5% su un totale di 47.500 studenti).

Sono alcuni degli elementi contenuti nel Rapporto sull’immigrazione 2012 presentato oggi nella sede della Provincia nel corso di un incontro in cui si sono approfonditi diversi aspetti del lavoro svolto dall’ente con il concorso di tanti soggetti che operano nelle rete dell’integrazione le cui opinioni sono state raccolte nel report insieme alle testimonianze di stranieri residenti.

“Sono riflessioni di chi opera sul campo e storie della vita di diversi immigrati che fanno da corredo ai dati, un tentativo che abbiamo fatto di dare un’anima ai numeri – ha spiegato Marcella Saccani, assessore provinciale alle Politiche sociali aprendo l’incontro al quale sono intervenuti Michele Rossi di CIAC onlus, le consigliere di Parità provinciale Cecilia Cortesi Venturini e regionale Rosa Amorevole, il dirigente scolastico Adriano Cappellini mentre Gian Marco Baroni dell’Ufficio provinciale statistica e Francesco Cirillo, sociologo, hanno illustrato dati demografici e l’analisi del report.

“Eventi come quelli di Lampedusa cambiano la riflessione – ha continuato Saccani - e allora viene in mente che questa anima che abbiamo abbinato alla freddezza dei numeri si è perduta e lacerata perché non sa mettere insieme con la ragione la responsabilità che deve essere condivisa se vogliamo riconoscerci come cittadini del mondo e non di una piccola parte. Assumersi la responsabilità vuol dire immaginare un futuro che prevede l’arrivo di persone, non dobbiamo immaginarli come il prodotto dell’emergenza ma assieme ad altri paesi dobbiamo condividere questa opportunità e immaginare la comunità in modo diverso.  I dati che presentiamo oggi ci dicono che i cittadini stranieri sono una parte fondamentale del sistema Parma, nel mondo dei consumi, nello sviluppo e qualificazione dei servizi, nel sistema di cura degli anziani”.

I numeri dell’immigrazione nel parmense

Al 1° gennaio 2013 contiamo 60.550 residenti stranieri, con una crescita rispetto all’anno scorso di 2.317 unità (+ 4,0%), l’aumento più basso di sempre confermando un trend registrato anche a livello nazionale e regionale.

Su tale fattore è possibile che abbia inciso, oltre alle prime cancellazioni anagrafiche in seguito alle risultanze censuarie, anche la crisi economica che, avendo colpito numerosi segmenti dell’attività produttiva del nostro territorio, potrebbe aver rallentato il movimento in ingresso e determinato il ritorno in patria di un certo numero di persone. Comunque sia, i cittadini stranieri costituiscono il 13,5% della popolazione parmense complessiva all’1.1.2013, posizionando la provincia di Parma tra i livelli più elevati in Italia e in Emilia-Romagna.

La popolazione straniera è aumentata nell’ultimo anno in 29 comuni sui 47 della nostra provincia; nell’anno precedente era cresciuta in 39. I comuni di Calestano, Langhirano, Colorno e Fornovo si confermano quelli in cui la percentuale di stranieri rispetto alla popolazione totale è più alta,  maggiore o uguale al 17,7%

Continua la crescita della presenza femminile, che ha ormai raggiunto il 51,7% (nel 1999 le donne rappresentavano solo il 42,5% del totale della popolazione straniera). Per quanto riguarda le cittadinanze più numerose, al primo posto, per il terzo anno consecutivo,  troviamo i Moldavi, mentre al secondo i Rumeni, che hanno sottratto tale posizione agli Albanesi, che si collocano, così, al terzo posto; queste tre cittadinanze da sole rappresentano il 35,3% di tutta la popolazione straniera.

Da segnalare la crescita, rispetto all’1.1.2012, del numero di nati (vale a dire residenti di età 0) stranieri (+ 9%) dopo il calo del 10% che aveva caratterizzato lo scorso anno. La percentuale dei nati stranieri sul totale è ben oltre il 20% all’interno di tutti e quattro i distretti; in provincia di Parma oltre 30 nati su 100 sono figli di almeno un genitore straniero e circa 24 su 100 hanno entrambi i genitori di nazionalità non italiana. A proposito di genitori e coppie, dai dati 2010 (ultimi disponibili) della Regione Emilia-Romagna, emerge che, in provincia di Parma, più di 2 matrimoni su 10 sono composti da almeno uno dei due coniugi di cittadinanza straniera, con netta prevalenza di unioni in cui ad avere la cittadinanza straniera è la sposa, e che quella di Parma è la provincia dell’Emilia-Romagna che detiene la più alta percentuale per matrimoni con almeno un coniuge straniero.

In leggera diminuzione il numero di domande di cittadinanza: nell’anno 2012 sono state presentate alla Prefettura di Parma 730 domande (erano 847 nel 2011) di cui 552 per residenza e 178 per matrimonio; si conferma il dato di una maggiore richiesta da parte delle donne (384) con una forte prevalenza per matrimonio con cittadino italiano.

Nel lavoro e nella formazione

Nel 2012 si stimano nel parmense 28 mila lavoratori stranieri residenti, pari al 14,0% del totale occupati (203 mila), in leggera diminuzione rispetto al 2011 (erano circa 29.000), mentre gli occupati stranieri arriverebbero a 33 mila unità circa, pari al 15,1% delle forze di lavoro complessive (216 mila unità fra residenti e non).

Viene confermato il significativo contributo della componente straniera sulle assunzioni con contratto di lavoro dipendente: se si considera nel totale assunzioni anche le attività svolte da famiglie e convivenze, relative in massima parte all’assunzione di colf e badanti, si ha che nel 2012 ben 21.673 assunzioni su 70.926, ossia il 30,6% hanno riguardato lavoratori o lavoratrici stranieri; se si escludono invece le attività svolte da famiglie e convivenze, l’incidenza sul totale delle assunzioni degli stranieri risulta del 26,9%.

Certo è che anche a Parma, come nel resto del paese, la notevole crescita dell’occupazione straniera ha incontrato sul suo cammino il grande ostacolo della crisi. E, anche nella nostra provincia, questo fattore di impedimento è stato sufficiente a fare salire la disoccupazione degli stranieri su livelli inediti: da 2.300 a 4.400 unità, in termini assoluti, e dal 7,2% al 13,3% delle forze di lavoro, in termini relativi. Nel biennio 2011/2012, infatti, il tasso di disoccupazione provinciale degli stranieri si è accresciuto con una velocità superiore a quella rilevata sulla media nazionale, portando i livelli di disoccupazione locale dei migranti su soglie solo di poco inferiori a quella nazionale (14,1%). La causa principale è la forte crescita della disoccupazione maschile (dal 7,9% al 16,3%), legata alla crisi nelle attività manifatturiere e nelle costruzioni.

Per quanto riguarda nello specifico i rapporti di lavoro dipendente per colf e badanti, nel 2012 si è realizzata una diminuzione delle assunzioni pari al 7,4% registrando poi un ulteriore calo nel primo semestre del 2013 (- 14,5%) passando da 3.656 unità a 3.522; il decremento interessa in particolare i collaboratori domestici (colf) che passano da 1.897 a 1.241 unità (- 656) e un parallelo incremento di addetti all’assistenza personale (badanti) che passano da 1.711 a 2.225 unità (+ 514). La domanda di queste professioni che, fino al recente passato, si erano poste al centro di un duraturo ciclo di crescita dell’occupazione straniera, sta anch’essa diminuendo.

Anche per far fronte al contesto sopra descritto, un importante impulso è stato dato alla programmazione di iniziative di formazione e sostegno all’occupazione: 322 i percorsi formativi avviati nel 2012-2013 nel territorio provinciale per il coinvolgimento complessivo di 2158 partecipanti, il 20% circa dei quali rappresentato da cittadini stranieri. Gli allievi immigrati hanno partecipato principalmente ad attività di formazione iniziale (33,8%), significativo tuttavia il dato di stranieri impegnati in percorsi di qualificazione/riqualificazione lavorativa e in esperienze individuali in situazione lavorativa/tirocini (27,4%).

Nelle scuole

Gli alunni iscritti nel complesso delle scuole del nostro territorio sono circa 47.500, di cui circa 7.400 stranieri (pari al 15,5% del totale) con un incremento rispetto alla precedente annualità di 379 unità.

Nel decennio appena trascorso gli alunni stranieri sono quasi quadruplicati aumentando di 5.482 unità mentre per gli italiani si registra una variazione più contenuta sia in termini assoluti (+2.573) che percentuali (+6,9%).

Determinante l’apporto consistente della componente straniera: questo riguarda tutti i gradi d’istruzione, gli stranieri contribuiscono infatti per il 70 per cento all’incremento degli alunni nelle scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori), per il 75 in quelle secondarie di primo grado (scuole medie) e per il 63 per cento nelle scuole primarie (scuole elementari). In particolare dei 2.601 alunni in più presenti nelle scuole superiori ben 1.814 sono stranieri, mentre sono 1.463 sui 1.951 in più nelle scuole medie e 2.205 sui 3.503 delle elementari.

Tra le principali nazionalità degli alunni stranieri si confermano Albania, Moldavia, Marocco, India e Romania in corrispondenza con quanto evidenziato dal dato demografico della popolazione straniera complessiva residente.

Il percorso scolastico dei ragazzi stranieri continua ad essere caratterizzato da una maggiore difficoltà rispetto a quello dei compagni italiani, difficoltà che si riflette in tutti i gradi d’istruzione a partire dalla scuola primaria dove mediamente, 16 bambini stranieri su cento risultano in ritardo - prevalentemente di un anno - rispetto alla classe frequentata.

Viene confermato anche il dato della dispersione scolastica: nemmeno la metà dei diciottenni di origine straniera ha scelto di completare l’obbligo formativo all’interno del percorso di studi superiori mentre la restante metà si è probabilmente indirizzato verso la formazione professionale e l’apprendistato oppure, dopo avere assolto all’obbligo di istruzione (16 anni) o a quello formativo (17 anni) non ha ritenuto necessario di continuare gli studi. Una delle possibili concause del ritardo mostrato dagli alunni stranieri, soprattutto nella scuola superiore, è preferibilmente rintracciare nel basso numero di nati in Italia, questi ultimi sono infatti, nell’anno scolastico 2011-12, poco meno del 60% di quelli iscritti nella scuola primaria, il 30% nella secondaria di primo grado e solamente il 9% nella scuola secondaria di seconda grado.

I corsi di lingua italiana

Più di 2000 gli utenti complessivi dei corsi, in prevalenza donne, giovani in gran parte provenienti da India, Marocco, Moldavia.

L’offerta formativa locale dell’insegnamento dell’italiano ai cittadini stranieri nell’anno 2012/2013 è stata particolarmente ampia: 116 corsi, in prevalenza organizzati dai Centri territoriali permanenti – CTP (86%), il 25% dei quali finanziati nell’ambito di programmazioni provinciali condivise con la rete locale formata dai soggetti che si occupano di integrazione.

Nelle scuole superiori, grazie ad un progetto della Provincia di Parma finanziato con il contributo della Fondazione Cariparma è stato possibile attivare, nell’anno scolastico 23 corsi di Italiano per lo Studio di livello A2 e B1 per un numero complessivo di circa 230 studenti; unitamente ai corsi sono stati attivati circa 600 interventi di mediazione culturale.

L’accesso ai servizi sanitari

Lo Spazio Salute Immigrati

Rispetto all’anno 2011, si registra un lieve calo dell’utenza allo Spazio Salute Immigrati dell’Ausl di Parma (1464 soggetti contro i 1553 del 2011), diminuzione prevalentemente legata all’attenuazione del flusso legato all’emergenza Nord-Africa. Aumenta tuttavia la presenza di nuovi utenti (935 soggetti rispetto agli 824 del 2011), principalmente della componente femminile. Continua l’aumento degli accessi che richiedono prestazioni solo infermieristiche o psicologiche; rispetto al 2011, l’area pediatrica ha evidenziato un calo complessivo dell’utenza in carico (dai 244 nel 2011 ai 205 nel 2012).

I consultori

I dati del Servizio Salute Donne Ausl di Parma per l’anno 2012 confermano alcune caratteristiche della Regione Emilia-Romagna, che si riflettono anche nel parmense, quali un costante incremento di madri con cittadinanza straniera (29,8%) e un aumento dell’età media di gravidanza (31,8%) con una discreta differenza tra italiane (33) e straniere (28,9). Delle 1952 donne gravide prese in carico dai consultori nel 2012 in provincia di Parma il 60,5% (1182 utenti) sono di nazionalità straniera.

La prevenzione

Si mantiene costantemente più bassa della media la percentuale di partecipazione dei cittadini stranieri ai programmi di prevenzione (screening oncologici collo, utero, mammella, colon).

La casa: edilizia residenziale pubblica e famiglie immigrate

Alla fine del 2012, sono 5.650 gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) che risultano occupati da 4.815 famiglie italiane (85,22%) e 835 famiglie originarie di altri Paesi (14,78%).  Rispetto all’anno precedente, la presenza delle famiglie straniere negli appartamenti pubblici è aumentata di 41 nuclei familiari.

Alla stessa data, risultano occupare alloggi di proprietà pubblica, che non vengono assoggettati alla normativa riguardante l’ERP e sono assegnati attraverso dei bandi ‘speciali’, 87 famiglie straniere, in calo rispetto all’anno precedente, che registrava 99 famiglie presenti

Significativo, seppur in calo rispetto all’anno precedente (- 6 nuclei) è stato il dato relativo alla presenza di 99 nuclei stranieri composti da un genitore con minori, quasi esclusivamente donne sole con figli (98).

Nel suo complesso, la popolazione ERP è composta da 12.610 persone, un dato in costante crescita (12.503 nel 2011, 12.222 nel 2010, 11.978 nel 2009). Di questi, 3.720 erano cittadini stranieri, pari al 29,5% del totale e l’1,11%  in più rispetto al 2011 (3.550 persone), perlopiù di origine marocchina, tunisina, albanese, evidentemente favoriti da una maggiore anzianità di residenza rispetto a coloro provenienti da Paesi di recente o nuova migrazione.

I richiedenti asilo e i rifugiati politici

Al 31.12.2012 i permessi di soggiorno in Emilia-Romagna passano da 3.914 a 4.476 con un incremento nell’anno di 562 unità (pari a circa il 14%) almeno in parte riferibile agli arrivi nell’ambito dell’Emergenza Nord Africa. E’ infatti probabile che un certo numero di persone non avesse ancora ottenuto il permesso di soggiorno al 31.12.2011 e che ciò sia avvenuto solo nel corso del 2012.

Anche in provincia di Parma si registra un aumento delle presenze: i permessi di soggiorno al 31.12.2012 sono 643 con un aumento di 84 unità.

Nel 2011 invece il numero di permessi di soggiorno per richiedenti asilo e rifugiati attivi in Emilia-Romagna era di 3914 con un incremento di 341 unità ovvero circa il 9.5%.

Rispetto alla precedente annualità, è stata ulteriormente incrementata la rete di accoglienza dedicata a richiedenti asilo e titolari di protezione (progetti SPRAR) con l’ampliamento nel 2012 di 18 posti straordinari aggiuntivi a livello provinciale passando da 57 a 75 posti di accoglienza.

Lo sportello provinciale asilo

Aumentati del 23% rispetto al 2011 anche gli accessi allo sportello provinciale per richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria: 415 accessi nel 2012 dei quali il 58% costituito da nuovi utenti e il 9% da donne. Il 60% delle richieste e dei bisogni registrati allo Sportello è di tipo sociale con richieste di accoglienza nello SPRAR e nelle strutture di seconda accoglienza, in seguito alla perdita del lavoro o in situazione di disoccupazione di lunga durata.

L’emergenza Nord Africa (ENA)

Accolti al 28/2/2013: 115 (erano 159 al 31.12.2012)

Totale accolti ENA: 182 persone

Nel 75% dei casi ENA è stata riconosciuta la protezione umanitaria

L’81% sono maschi adulti, nazionalità principali Nigeria, Somalia e Ghana

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