Importavano in Italia tonnellate di sigarette di contrabbando provenienti dai paesi dell'Est Europa e, prima di distribuirle per venderle nel mercato nero del nostro Paese, le stoccavano in un deposito in provincia di Parma. Otto persone sono state arrestate nell'ambito della maxi inchiesta, portata avanti dalla Guardia di Finanza di Napoli, che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo. 

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno ricostruito le modalità di azione di un gruppo criminale che avrebbe avuto contatti con altre organizzazioni simili in Grecia. Secondo gli inquirenti gli indagati hanno sperimentato differenti rotte per l’importazione dei tabacchi di contrabbando in Italia, oltre a diversi sistemi di occultamento dei carichi: in un’occasione, ad esempio, sono stati scoperti dagli specialisti del Gico - Gruppo Investigazione Ctìriminalità Organizzata - pacchetti di sigarette nascosti all’interno di un carroponte industriale.

Il gruppo avrebbe successivamente modificato, nel corso del tempo ed in seguito ai grossi sequestri subiti, il proprio modus operandi: faceva infatti giungere i carichi esclusivamente via terra in depositi nelle province di Parma e Bologna, scegliendo il frazionamento delle spedizioni dall’Emilia a Napoli per ridurre i rischi. 

Gli itinerari delle "bionde"

La merce proveniente dall’Est Europa sarebbe stata introdotta in Italia via mare dalla Grecia a bordo di autoarticolati stranieri e occultata tra carichi di copertura sempre diversi. Una volta sbarcati in Italia, nei porti di Bari o Brindisi, gli autotrasportatori, dirigendosi verso Napoli, avrebbero utilizzato delle “staffette” per verificare l’assenza di posti di controllo lungo il percorso. Nel corso dell'operazione sono state sequestrate oltre 30 tonnellate di sigarette e sono state arrestate dieci persone in flagranza di reato: a questi arresti si aggiungono gli altri otto, effettuati il 27 febbraio.