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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Incarico di 48mila euro ad Aiello: a processo Vignali, Buzzi e co.

L'ex sindaco e dieci tra assessori e dirigenti sono accusati di aver dato, nel 2006, un incarico all'Alfa Ingegneria in maniera illegittima perchè l'attività era di competenza dell'ente comunale

Ancora una tegola sull'ex sindaco di Parma: Pietro Vignali e alcuni suoi ex colleghi di Giunta ed ex dirigenti della giunta Ubaldi del 2006 saranno processati davanti alla Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna per l'incarico di consulenza da 47.736 euro dato nel 2006 alla Alfa ingegneria, societa' all'epoca presieduta dal futuro assessore ai lavori pubblici Giorgio Aiello. Il processo si celebrera' in luglio.

LE ACCUSE DELLA PROCURA
A citarli a processo e' stata la Procura contabile, che giudica questo incarico illegittimo sotto diversi punti di vista: la Alfa ingegneria nell'estate del 2006 fu incaricata di studiare le aree cittadine di maggior criticita' dal punto di vista della viabilita', provvedendo a fare una schedatura dei casi critici segnalati dai cittadini e proponendo una soluzione del problema.
Per il pm contabile Pasquale Principato, non c'era nessun bisogno di una consulenza esterna: era un'attivita' "pacificamente ordinaria", che doveva competere all'ente locale. Avrebbe potuto farlo la Polizia municipale (e non c'e' traccia che sia stata interpellata), o ancor meglio la societa' in house Infomobility, che aveva una specifica convenzione col Comune proprio per gestire questioni relative alla mobilita' ed "era perfettamente in grado di svolgerla". Vignali, invece, al tempo assessore all'Ambiente, propose di affidare la faccenda a una societa' esterna: in fretta e furia  vennero interpellate quattro ditte, tra cui solo la Alfa ingegneria si disse disponibile (un'altra non rispose e due dissero che non potevano), venne sollecitata a fare la propria offerta entro 24 ore e poi la Giunta approvo' l'affidamento dell'incarico giudicando la la somma di 47.700 euro "congrua
rispetto ai prezzi di mercato".

CHI E' COINVOLTO
Nei guai, oltre a Vignali, ci sono anche tutti gli ex assessori che votarono la delibera di affidamento dell'incarico (Paolo Buzzi, Giancarlo Terzi, Claudio Bigliardi, Daniele Galvani, Giovanni Catellani, Paola Colla, Giampaolo Lavagetto, Mario Marini) e gli allora responsabili del settore Mobilita' del Comune, Emanuele Moruzzi (arrestato nell'inchiesta Green Money 2) e Paolo Gabbi, che diedero parere favorevole. Per il pm Principato avevano tutti la "piena consapevolezza" di violare le norme: la consulenza esterna era "pacificamente illegittima" e loro hanno causato un "danno
ingiusto" alle casse del Comune, nella fattispecie del "dolo contrattuale". Gli 11 citati a giudizio, per la Procura, hanno agito con "coscienza e volonta' di venir meno ai propri obblighi e doveri di ufficio".

LA MOTIVAZIONE
Se c'era bisogno di fare uno studio sui casi critici e sulle segnalazioni in materia di viabilita' (e di questo nella prima parte dell'anno si era occupato l'ufficio Mobilita' e ambiente del Comune), per la Procura di questo "avrebbe dovuto essere interessata e investita la societa' in house, nell'ambito degli stretti poteri di gestione e di governance che il Comune di parma, unico azionista, poteva e doveva esercitare sulla stessa". Infomobility, invece, venne interpellata alla pari delle altre tre ditte e questo per il pm Principato e' incredibile. "E' del tutto paradossale- scrive il magistrato- che la verifica di disponibilta' della societa' in house sia stata gestita come se si trattasse di un fornitore qualsiasi". In secondo luogo, poi, "e' ancor piu' paradossale che la richiesta di svolgimento della specifica attivita' di studio non sia stata oggetto di una programmazione o cootrdinamento con le attivita' gia' affidate a Infomobility". 

LE STRANEZZE
Oltre all'incarico illegittimo, il pm contabile censura anche le modalita' con cui il Comune si mosse, sottolineando alcune altre 'stranezze'. Insieme a Infomobility, a quel tempo presieduta da Carlo Iacovini (che l'anno dopo entro' nello staff di Vignali, ai domiciliari poi revocati per la corruzione contestata in Green money 2), fu fatta una proposta anche a Euromobility, societa' presieduta sempre da Iacovini.
Conflitto a parte, sia Infomobility che Euromobility risposero di no al Comune, usando con la stessa formula: in quel momento non avevano le "risorse umane necessarie". La terza ditta interpellata (oltre all'Alfa Ingengeria che ebbe l'incarico) era la Art, che non si occupava di mobilita' e non rispose al Comune. Il pm Principato, infine, contesta agli 11 citati a processo di non aver fatto vagliare preventivamente l'incarico ai revisori dei conti, ne' di aver successivamente inviato le carte alla Sezione di controllo della Corte di Conti (come vuole la legge).

LA DIFESA DI VIGNALI
Durante le indagini, Vignali si e' difeso dicendo che si ricorse ad un incarico esterno perche' la problematica "stava diventando urgente" e il numero delle segnalazioni sulla viabilita' "era aumentato in modo esponenziale". Ha detto di essersi mosso cosi' solo dopo aver interpellato Polizia municipale, ufficio Mobilita' e Infomobility. Gli altri ex assessori hanno detto di essersi fidati di Vignali, che aveva detto che non c'era modo di sfruttare soluzioni 'interne'.

LA STORIA SI RIPETE?
Se arrivera' una condanna (il pm chiede che il 60% dei 47.736 euro venga risarcito da Vignali, Moruzzi e Gambi), sarebbe un bis: Vignali, Elvio Ubaldi e altri 31 ex assessori nel luglio scorso furono condannati dalla Corte dei conti a risarcire quasi 370.000 euro per le polizze assicurative illegittime.

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