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Cronaca

Appalto Iren, scadenza 'misteriosa'. Documenti a Laguardia

Pizzarotti: "Il nostro non è un muro contro muro". Ma nessuno sa quando scade l'appalto che affida ad Iren la gestione dei rifiuti a Parma. La Regione rimpalla ad Atesir e l'assessore Folli sbotta. Alle 13 Folli e Pizzarotti in Procura per l'inceneritore

"Il nostro non è un muro contro muro, se chiediamo risposte è pensando unicamente al bene dei cittadini, ma dagli enti un silenzio inaccettabile". Queste le parole con cui il sindaco Pizzarotti bolla le polemiche sull'azione dell'amministrazione sul tema dell'inceneritore. Risposte contrastanti, tuonano Pizzarotti e Folli, quelle ricevute da Regione e Atesir a seguito della richiesta, inviata dal Comune il 13 settembre scorso relativamente alla scadenza dell'affidamento ATO2 e sull'urgenza dell'avvio di procedure di gara per l'affidamento del servizio rifiuti nel territorio di Parma.

ULTIM'ORA. Alle 13 escono dalla procura Folli, Pizzarotti e una dirigente del Comune. Laguardia sottolinea: "Si è parlato dell'inceneritore in vista dell'udienza del tribunale del Riesame si sono presentati spontaneamente e mi hanno portato dei nuovi documenti ". Folli: "Abbiamo avuto un incontro sull'inceneritore, ma non posso aggiungere altro".

"Ci è stato risposto, in data 3 ottobre, che la data di scadenza da noi rilevata non era quella corretta, ma non ci è mai stata fornita alcuna motivazione", sottolinea Pizzarotti. Un "inaccettabile rimpallo di risposte" quello descritto da Pizzarotti e dall'assessore Folli, con il quale la Regione rimanda la risposta a Atesir, che a sua volta risponde non indicando la data di scadenza dell'affidamento in modo univoco adducendo come motivazioni un quadro normativo complesso per un'autorità insediatasi effettivamente solo in ottobre. "Queste non possono essere risposte accettabili per i cittadini di Parma", sottolinea Pizzarotti.

COMMISSIONE COLLAUDO. Il sindaco e l'assessore Folli hanno ribadito che, già all'indomani dell'insediamento in Comune, è stato chiesto ripetutamente alla Provincia di avere risposte in merito ai verbali della Commissione di Collaudo. Nella risposta, arrivata il 17 luglio, si dice che la commissione ha effettuato 2 visite al cantiere, 19 marzo e 8 giugno, nelle quali non sono state riscontrate criticità. "3 elementi compongono la commissione, due nominati dalla Provincia e uno da Iren, si tratta di Giulio Burchi, Stefano Consonni, Ettore Sassi. La nostra richiesta alla Provincia è stata quella di nominare anche un membro del Comune di Parma, trattandosi di un impianto costruito sul nostro territorio, ma dopo un mese dalla nostra richiesta, ci è stato risposto negativamente, dicendo che in questo caso dovrebbero includere la partecipazione anche di rappresentanti degli altri comuni del territorio".

Dopo un contatto e un'iniziale disposizione, i comuni interessati, circa una ventina, si sono tirati indietro per cause remote", sottolinea Folli. "La trasparenza che qualcuno ha professato in campagna elettorale, ora non è messa in pratica. Per noi andrebbe benissimo se altri comuni volessero partecipare con loro rappresentanti, ciò che a noi interessa è avere la possibilità di discutere di temi cari alla cittadinanza. Chi non ci fornisce risposte pensando di metterci i bastoni tra le ruote, tenga presente che sta creando un danno principalmente ai cittadini".

CRONISTORIA La commissione Collaudo prevista nella delibera Provinciale che ha autorizzato il Paip (Aiai) = Dgp 938 del 15 ottobre 2008, è stata istituita formalmente con delibera il 29 aprile del 2010. Del 15 giugno scorso la richiesta dei verbali da parte del Comune, il 17 luglio la risposta dalla Provincia, negando di fornire quanto richiesto. Il 9 agosto il Comune chiede di poter avere accesso agli atti inviando una domanda formale, il 31 agosto la Provincia risponde trasmettendo i verbali con nota: si tratta di due verbali, uno del marzo 2012 e l'altro del giugno 2012. L'epilogo la richiesta dal Comune di far parte della Commissione di Collaudo e la risposta negativa della Provincia, riferendo che la delibera del 2008 non lo prevede.

Altro punto caro all'amministrazione la richiesta di revisione del Piano Provinciale Gestione Rifiuti. "Abbiamo ripetutamente chiesto un incontro in Provincia per discuterne, e dopo sollecitazioni nostre e rinvii loro, la risposta è stata che aspettano indicazioni dalla Regione per risponderci". La revisione del piano porterebbe vantaggi anche sul piano economico, ha sottolineato Folli, che ha ricordato le ingenti spese per l'invio del rifiuto organico a Carpi per il mancato funzionamento dell'impianto di Mezzani: "un risparmio, occupandosi "in loco" dello smaltimento, di circa 400 mila euro l'anno, con conseguenti vantaggi ulteriori come la produzione di composto da utilizzare nei campi". "Vorremo dire ai cittadini che stiamo lavorando e che, se le risposte non arrivano, non è per colpa nostra ma di chi si rifiuta di fornircele prendendo tempo", conclude Pizzarotti. 

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