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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

INCHIESTA - Viaggio nel regno delle baby gang

Tra via Cavour, Borgo Angelo Mazza e altre strade del centro storico: furti nei negozi, spintoni ai passanti, sopraffazioni ai danni dei più deboli e bullismo

Baby gang in centro storico. La situazione sta un po' sfuggendo di mano: è questa l'impressione di chi vive e lavora nelle vie centrali della città. I gruppi di ragazzini che, anche secondo gli esperti, cercano di trovare una loro identità nella società facendo a botte, insultandosi o disturbando il lavoro dei commercianti sta infastidendo parecchio gli operatori del commercio. Se da un lato c'è la volontà da parte delle istituzioni di non creare allarmismi e di voler controllare questi comportamenti da lontano ed intervenendo anche sull'aspetto sociale dall'altro c'è l'esasperazione di chi ogni giorno apre il negozio è ha problemi a causa dei comportamenti di giovani e giovanissimi che, probabilmente, cercano di dimostrare così la propria forza e virilità.

"Quello che succede nella testa di questi ragazzi - spiega Antonella Squarcia, neuropsichiatra infantile - è complicato e può essere letto sia sul versante della crisi di un'identità sociale e quindi l'incapacità della società, a partire dai genitori purtroppo, di dare una identità sociale a questi ragazzi sia come dimostrazione dei 'primi istinti' da parte di maschi e femmine che cercano di emergere in questi gruppetti. Questa problematica si amplifica in maniera esponenziale nei migranti e nei minori che arrivano nel nostro Paese non accompagnati dalle figure di riferimento. Questa situazione può essere legata a una necessità di dover trovare una identità soprattutto nei maschi. E questo è legato alla prevaricazione, al fatto di voler mostrare la forza, mentre nelle femmine può dipendere dagli aspetti legati alla sessualità. Per noi la preoccupazione è chiaramente molto alta". In un regno - aggiungiamo noi - in cui l'incertezza è al potere e l'instabile precarietà sociale si erge a principio comune e a tipico male di cui tutti soffrono. 

La mappa delle baby gang

Se provate a fare un giro nel centro di Parma, scorgete ovunque, da Via Mazzini in Ghiaia, da Via Dante a Via Cavour, da Borgo Mazza a Borgo Zaccagni, aggregati di teenagers che passano il loro tempo con una cannuccia di Estathè in mezzo ai denti, un cellulare in mano e un pacchetto nuovo di sigarette nell'altra. Tra una 'paglia' e qualche schiamazzo, aspettano il momento giusto per 'provarci' con qualche loro coetanea. via dante baby gang-2Quando c'è scuola, nei giorni della settimana, il centro storico è pieno di impiegati che con le loro borse girano veloci e ti passano davanti, vanno sempre di fretta. E tu osservi placido il mondo che ti gira intorno e si sviluppa nelle faccende quotidiane. Madri che spingono i passeggini, padri che fumano, giovani con zaini sulle spalle che corrono per agganciare l'ultima corsa utile. In pausa pranzo poi si affollano i locali, anche quelli più nascosti tra i vicoletti stretti e particolari, abbelliti da mattoncini e grezzo, gli stessi che la sera vengono imbrattati puntualmente - soprattutto tra il venerdì e il sabato - da ragazzi che trovano la forza e il coraggio solo nel gruppo di amici E cominciano ad arrivare tantissimi ragazzini, quelli con i cappellini americani, quelli con la visiera rigida, ragazzi con i pantaloni sotto al sedere, retti - si fa per dire - da una cintura che sta lì solamente per abbellimento. Pantaloni dal cavallo basso che finiscono sulle caviglie arrotolati in calzini bianchi dentro scarpe da basket. E via con il 'cinque', con la mano libera che si sfrega con la mano di un altro per il saluto mentre il fumo dalle boccate di sigarette avvolge i gruppetti. Dieci, quindici, sedici volte per dieci, quindici o sedici ragazzi che cominciano a popolare il quadrato del centro cittadino, come se volessero dividersi la zona e, in qualche modo, marcarla. 

I raid e le proteste

Si 'riforniscono' di alcool in via Dante, prima di tuffarsi in via Cavour entrano con un bicchiere, spesso di plastica: quelli di vetro a volte finiscono in frantumi sul selciato, altre contro qualche vetrina di negozi. Poi si assenteismo in Borgo Angelo Mazza - nel tratto di strada che fa angolo con Borco Zaccagni, dove la scarsa illuminazione li invita a farsi spazio nell'angusto vicolo, - cominciano a preparsi. Una volta al riparo da occhi indiscreti, con le spalle al muro che li protegge, cominciano a fumare marijuana e hashish con gli occhi vigili di chi fa il palo e quelli attenti, concentrati e imbronciati sotto il cappello di chi fa la 'viola'.borgo zaccagli 1-2-2

Qualche altro approfitta e in attesa che sia il suo turno si 'scarica' contro il muro, diventato urinatoio pubblico. Qualcuno, preferisce entrare - con 'decenza' - anche in qualche condominio, approfittando del portone socchiuso. Entra, la fa ed esce. La serata, approfittando del fatto che il sole tramonta presto, comincia tra le 17:00 e le 18:00, per protrarsi a oltranza. Al sabato si trascina lunga. Tra urla, schiamazzi e spintoni, parolacce e sputi alle vetrine dei negozi e degli esercizi commerciali: "Io sono sola - dice una commessa - qua dentro rischio di rimanerci. Ho paura e arrivati a una certa ora mi chiudo dentro e ci resto. Non esco mai, guardo solo lo schifo che fanno da dentro". E ancora: "Ho ottant'anni, sono qui da 52 anni, ma lo scempio che sto vedendo in questi giorni mi lascia di sasso. Pensavo di averle viste tutte. Entrano qui in dieci, prendono qualcosa che costa un euro, al massimo due e portano a casa duecento euro di caramelle. Senza pagarle. Si riempiono le tasche e scappano. E poi quando li minacci di chiamare le guardie, che fanno? Ridono, escono e cominciano a sputare sulle vetrine". "Si scagliano - spiega un negoziante - anche contro chi passa perché ormai è territorio loro. Come se volessero marcarlo. Fanno da scudo, formano le barriere e ti provocano, di modo che se reagisci ti accerchiano e ti menano. Appena possono ti saltano addosso cercando di dimostrarti la loro forza". "L'altro giorno, quando hanno aggredito il poliziotto (sabato ndr) io ho visto la scena e ho chiamato io i vigili - dice una signora che quasi ha paura di esporsi -. Non voglio essere filmata, questi mi conoscono ormai...".  Eppure siamo a Parma, nella civilissima Parma, dove tutto accade sotto i nostri nasi che sentono l'odore, fiutano il problema e forse continuano a rimandarlo con qualche rischio di troppo. Sperando che il nostro turno non arrivi mai. La storia delle baby gang ci sta sfuggendo di mano. 

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