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Inps, precari in piazza. Cgil: "Chiediamo una proroga almeno fino a marzo"

Protesta dei lavoratori temporanei dell'ente previdenziale dinanzi alla Prefettura. I tagli del Governo manderanno a casa 1800 lavoratori dal I gennaio. I sindacati chiedono tempo per fare pressioni in Parlamento

precari-inps-sciopero-cgilSi è svolto questo pomeriggio alle 14,30 il presidio davanti alla Prefettura in concomitanza con lo sciopero nazionale proclamato da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Cpo Uil a sostegno della vertenza che riguarda i lavoratori precari dell’istituto di previdenza.

Con la manovra della finanziaria che prevede il taglio del 50% dei posti di lavoro presso la pubblica amministrazione, i lavoratori precari con contratto di somministrazione (ex interinali), dell’Inps il cui contratto scade il 31/12/10, dal prossimo 1° gennaio non avranno più un posto di lavoro. Questi giovani lavoratori, da anni all’interno dell’Inps si occupano di liquidare pensioni, disoccupazione, casse integrazioni, invalidità e quindi di servizi per i cittadini.

Secondo Laura Bertolini, responsabile Nidil Cgil: “Chiediamo all’Inps una proroga del lavoro almeno  fino a marzo, in modo tale da poter avere più tempo per esercitare pressioni a livello parlamentare. I precari parmigiani dovranno rimanere a casa dal 31 dicembre. Il loro lavoro è iniziato come un semplice inserimento pratiche, ma questi ragazzi in due anni si sono specializzati, arrivando a funzioni ordinarie più importanti, e soprattutto permettendo un buon servizio in tempi brevi, con riscontro positivo sulla popolazione, mandando avanti le pratiche che probabilmente ora si perderanno tra burocrazia e tempi lunghi. Inoltre chiediamo a Governo e Parlamento di modificare la legge 122/2010 eliminando il taglio che colpisce i lavoratori e i servizi essenziali ai cittadini e alle imprese. Il sistema è destinato a funzionare sempre peggio se andranno avanti con i tagli”.

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Valeria Ubaldi dell’Inps vive tutti i problemi che comporta attualmente una mancanza di organico pari al 25% dato dai pensionamenti, situazione destinata a peggiorare drasticamente con i tagli al personale.  “Fino ad ora siamo riusciti a portare avanti tutto, grazie all’aiuto dei ragazzi interinali, ma temiamo di non farcela più. Siamo in un periodo di crisi, e per molte persone l’indennità diventa vitale, come i disoccupati, le maternità, i nuclei famigliari indigenti. Come possiamo rispondere a tante richieste d’aiuto in tempi brevi se siamo sempre di meno, dovendo portare avanti sia le nuove procedure informatiche che quelle cartacee? Non chiediamo nuovi bandi per altre assunzioni, chiediamo solamente che rimangano questi lavoratori. Non è accettabile che in uno stato sociale un lavoratore non sappia se tra pochi giorni potrà recarsi o no a lavoro”.

Francesca è una di quelle lavoratrici dal futuro incerto, un diploma in ragioneria e due anni di esperienza all’Inps. “Potrei farmi da sola la pratica di disoccupazione. Sono stata affiancata da personale specializzato per imparare quello che oggi metto in atto nel mio lavoro, tempo dedicato alla mia formazione che d’improvviso potrebbe non servire più. Eppure amo questo lavoro, aiuto concretamente le persone, e vedo ogni giorno un bisogno crescente di assistenza. La crisi ha messo in ginocchio in molti, dalle giovani coppie agli anziani. Mi fa rabbia pensare che forse verrò lasciata a casa nonostante io serva concretamente, io come gli altri 1800 lavoratori a livello nazionale che contribuiscono a portare avanti un sistema importantissimo”.

Paradossalmente la cessazione dei contratti coincide con l’apertura delle domande per la disoccupazione a requisiti ridotti, dal 31 dicembre al 31 marzo, ciò vuol dire più lavoro per l’ente, oltre i servizi ordinari, e minore organico.

Secondo Dante Ghisani della Felsa Cisl: “Il lavoro c’è, l’esigenza c’è, ma mancano i fondi. Il nostro obiettivo è chiedere all’agenzia per il lavoro Temporary, sotto la quale sono questi ragazzi, di trovare un ricollocamento all’Inps o altrove, oltre far valere concretamente il lavoro svolto fino ad ora e fornirgli un titolo di servizio per concorsi futuri. Siamo in grande difficoltà, eppure se le cose non iniziano a migliorare da Parma, dove l’occupazione tiene, figuriamoci altrove”.

E proprio al Comune di Parma è stato chiesto di farsi parte attiva per questa vicenda, richiesta effettuata da Giuseppe Massari, consigliere comunale del PD, ma non vi è stata nessuna risposta da parte di sindaco e vice sindaco. La protesta è terminata con un incontro con il prefetto di Parma Luigi Viana . Secondo una nota ufficiosa giunta durante il presidio, alcuni lavoratori verranno prorogati fino al 31 di marzo, proprio nel giorno ultimo per la scadenza delle domande di disoccupazione.

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