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Cronaca

Parma Fc, Luca Baraldi è indagato per bancarotta: distratti 4 milioni

L'ex dirigente della società calcistica è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di aver sottratto i soldi. La replica: "Nessun riscontro oggettivo, non mi sono appropriato di nulla"

Luca Baraldi, ex dirigente del Parma calcio e di altre società sportive, è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Parma per bancarotta e distrazione di denaro. Lo ha reso noto il procuratore Gerardo Laguardia spiegando ai cronisti gli ultimi retroscena dell'inchiesta sulla società sportiva di Calisto Tanzi, ex patron Parmalat e artefice del 'crac del secolo' (14 miliardi di euro di buco).

Baraldi risulta indagato con l'accusa di aver sottratto circa 4 milioni di euro al Parma A.C. quando ne era amministratore delegato. I fatti si riferiscono agli ultimi scampoli della gestione Tanzi del club. Assieme a Baraldi risulta indagato un commercialista esterno alla società sportiva di cui la procura non ha rivelato il nome. Baraldi, già imputato per la bancarotta del gruppo turistico Parmatour (di proprietà di Tanzi), è stato condannato a 3 anni di reclusione per essere poi prosciolto da ogni accusa in appello.

Sull'accusa di appropriazione di somme riconducibili al Parma calcio, nell'ambito dell'inchiesta sul crac Parmalat "non è stato trovato alcun riscontro oggettivo a tale ipotesi, e non poteva essere altrimenti in considerazione del fatto che non mi sono mai appropriato di nulla. Aggiungo di non essere mai stato titolare - direttamente o indirettamente - di conti correnti o depositi all'estero". Lo sostiene Luca Baraldi, ex dg, poi ad del Parma, iscritto nel registro degli indagati della procura di Parma per bancarotta e distrazione di danaro.

"Ho contributo in modo determinante - ha detto Baraldi - al risanamento economico e finanziario della società di proprietà dell'azionista Parmalat Spa, attuando le strategie operative di un piano industriale che hanno portato un netto cambiamento degli indirizzi gestionali rispetto agli anni precedenti, attraverso una consistente riduzione dei costi, in particolare il monte stipendi calciatori passato dagli oltre 90 milioni della stagione sportiva 2001/2002 ai 40 milioni del 2002/2003".
 

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