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Cronaca

Tasse, il sindaco di Berceto scrive a Napolitano: "Sono trasformato in gabelliere dello Stato"

Lucchi scrive al presidente della Repubblica e chiede un incontro. "Attraverso tasse e imposte comunali, infatti, i miei 2.200 concittadini sono obbligati a pagare allo Stato 769 euro ogni anno"

"La realtà del mio Comune è che pur avendo bisogno di tutto per rispondere alle esigenze dei propri cittadini, questi si fanno carico, con tasse e imposte comunali, di foraggiare lo Stato. Attraverso tasse e imposte comunali, infatti, i miei 2.200 concittadini sono obbligati a pagare allo Stato 769 euro ogni anno, oltre alle tasse ed accise che il cittadino versa direttamente per le tasse e imposte statali. Quanti articoli della Costituzione si contravvengono per raggiungere questo risultato?". Lo scrive al presidente Giorgio Napolitano Luigi Lucchi, sindaco di Berceto, piccolo paese dell'Appennino parmense. Lucchi è stato più volte protagonista di iniziative curiose, come quando annunciò che sarebbe andato in mutande davanti al Quirinale per protestare contro la Tares. A marzo però la protesta sfumò perchè le forze dell'ordine gli chiesero di spostarsi all'altezza di vicolo Mazzarino, pochi metri dal Quirinale, e senza spogliarsi.

Oggi la lettera, dove Lucchi se la prende con una politica a suo dire capace solo di tagli. "Mi chiamo Nessuno perché come Sindaco, ogni giorno, dalle Istituzioni del mio Paese (Governo e Parlamento), vengo indebolito nel mio incarico, reso sempre più inoffensivo nella difesa dei diritti dei miei concittadini come la nostra Costituzione mi incaricherebbe di fare - spiega - Mi chiamo Nessuno perché come Sindaco mi viene tolta la dignità dell'Amministratore pubblico e sono trasformato, contro il mio volere, in gabelliere, aguzzino, dello Stato, verso i miei 'poveri' concittadini". "Mi chiamo Nessuno - conclude - perché nulla ho potuto fare per rendere questo mio Comune migliore ed essendo, rigorosamente, antiviolento, non credo di poter fare meglio in futuro. Ho bisogno di una Sua parola, di un Suo incoraggiamento, del Suo aiuto. Mi conceda un breve colloquio".

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