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Cronaca

Povertà, Patrizia Maestri cofirmerà una proposta di legge

La deputata parmigiana del Pd: "Cofirmerò una proposta di legge anti povertà che conterrà misure come il reddito minimo di reinserimento e la riduzione della pressione fiscale, a partire dall'Imu"

“Una proposta di legge efficace contro la povertà e il ripristino del diritto al controllo della propria pensione. Sono impegni che mi sono presa, insieme ad altri parlamentari emiliano-romagnoli del Pd e di Sel, per cominciare a dare risposte pratiche a milioni di italiani costretti alla fame”. Patrizia Maestri, deputata del Pd di Parma, commenta così la sua partecipazione di lunedì scorso all’incontro promosso, a Bologna, dai sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil.

“Stiamo scivolando nella povertà profonda e servono decisioni rapide da parte di un Governo che deve partire quanto prima. Soprattutto, tocca ai parlamentari eletti dai cittadini non perdere tempo – commenta la Maestri –. Sarò co-firmataria insieme ad alcuni deputati (tra i quali Rita Ghedini e Donata Lenzi) di una proposta di legge anti povertà che conterrà misure come il reddito minimo di reinserimento e la riduzione della pressione
fiscale – a cominciare dall’Imu, con soglie d’esclusione per i redditi più bassi –, la difesa del sistema sanitario.

Nell’immediato, inoltre, chiederemo al Governo la revoca del blocco all’indicizzazione delle pensioni, lanceremo la proposta di una legge seria sulla non autosufficienza e presseremo l’Inps: recentemente, l’Istituto di previdenza ha colpito il diritto al controllo della pensione bloccando l’invio a casa del Cud (redditi complessivi) e dell’ObisM (la busta paga del pensionato). Il motivo di questa misura? I tagli imposti con la spending review”. Nel corso del suo intervento, Patrizia Maestri ha posto anche un elemento di metodo.

“In questi giorni dove, non solo da destra, si ironizza e si colpisce l’operato dei corpi intermedi quali sono i sindacati, credo che sia indispensabile la piena collaborazione tra Governo, Parlamento e le organizzazioni dei lavoratori e dei pensionati, che vivono il territorio quotidianamente e sono un filtro prezioso per raccogliere i problemi più urgenti e per trovare soluzioni funzionali – continua la deputata democratica. Faccio solo un esempio, per capirci: il caso degli esodati. Per 130mila di loro il dramma si è risolto grazie ad un raccordo forte tra sindacati e un gruppo di parlamentari motivati, che hanno portato il Governo Monti ad una inversione di rotta. Non è separando chi si mette dalla parte degli ultimi che miglioreremo la loro condizione, vorrei che questo fosse chiaro. Anche dentro al Pd”.

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