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Cronaca San Leonardo / Via Burla

Mafia Capitale, Massimo Carminati trasferito nel carcere di Parma

La richiesta di trasferimento era arrivata dai magistrati romani: il Ministro della Giustizia Orlando ha detto sì e così Massimo Carminati, considerato dagli inquirenti il referente dell'organizzazione mafiosa, è rinchiuso nel carcere parmigiano di via Burla

La richiesta di trasferimento dal carcere di Tolmezzo a Udine era arrivata dai magistrati romani: il Ministro della Giustizia Orlando ha detto sì e così Massimo Carminati, ex-Nar ed ex componente della Banda della Magliana- considerato dagli inquirenti il referente dell'organizzazione mafiosa che gestiva, secondo le accuse, appalti e lucrava -tra le altre cose- sul business dell'accoglienza ai migranti, è rinchiuso nel carcere parmigiano di via Burla, nella sezione 41 bis. 

Massimo Carminati si sentiva, e si faceva chiamare, "l'ultimo re di Roma". Attorno a sé aveva creato, o forse ricreato dopo i "fasti" della Magliana, un impero vero. Era riuscito a realizzare quello che fu il sogno della sua banda. Era diventato il referente primo e ultimo della "neonata" mafia capitolina: da lui, secondo le accuse, partivano le opere di corruzione e di minaccia, con lui quelle stesse opere andavano in porto. Per la pubblica amministrazione bastava alzare il telefono e chiamare uno di quei politici finiti nel calderone della maxi inchiesta della procura di Roma, trentasette arresti e decine di indagati - tra loro l'ex sindaco Gianni Alemanno, suoi collaboratori ed ex fedelissimi di Veltroni. Per gli aspetti pratici - imprenditori restii su tutti - bastava far valere il suo nome, quello del "Re cecato" e del "terrorista nero", o chiedere l'aiuto di uno dei suoi fedelissimi, quelli del "mondo di mezzo". 

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