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Cronaca

Gli indignados in aula: "Ladri, fascisti". E Vignali scrive a Maroni

I fatti risalgono al 13 luglio scorso quando, dopo la protesta di piazza, alcuni cittadini intorno alle 22 entrarono in Consiglio comunale. La lettera è stata richiesta dalla Giunta e da quei consiglieri che si sono sentiti minacciati

Una lettera per difendere i consiglieri e gli assessori oggetto, nell'ultimo consiglio comunale, di insulti e minacce. "E' assurdo che consiglieri, anche anziani, siano trattati in questo modo". E' partito da questo il sindaco Pietro Vignali, di Parma, nello spiegare la lettera inviata, fra gli altri, al ministro Maroni e al prefetto Luigi Viana nella quale si denunciano i fatti accaduti nella seduta del Consiglio comunale del 13 luglio scorso.

Le contestazioni, avvenute anche nei giorni precedenti erano legate all'inchiesta della Procura su presunte tangenti che hanno portato all'arresto di 11 persone, tra cui tre alti dirigenti comunali. La lettera, spiega il Comune, richiesta proprio dalla Giunta, nella seduta di giovedì scorso, e da quei consiglieri che si sono sentiti minacciati dalle modalità della protesta in aula e in piazza: "Ritengo che la democrazia debba essere salvaguardata - ha scritto il sindaco - garantendo le legittime forme di protesta, ma chiedo a nome dei colleghi della Giunta e della maggioranza che i responsabili di reati siano identificati e puniti".

In precedenza il sindaco aveva esposto i fatti: "Intorno alle 22 in sede di votazione alcuni esponenti della protesta presenti in aula nella parte del pubblico si sono scagliati contro consiglieri di maggioranza e Giunta con offese del tipo 'ladri, fascisti, morirete tutti, cani'. Il presidente del Consiglio ha disposto l'immediato sgombero, rifiutato dai contestatori che hanno proseguito negli insulti. I fatti sono poi sfociati nelle contestazioni a termine della seduta quando alcuni degli assessori e dei consiglieri sono stati inseguiti durante l'uscita e fatti oggetto di ingiurie e minacce di botte". Poi diversi consiglieri e assessori che hanno chiesto al primo cittadino un intervento per tutelare le loro persone e il ruolo che rivestono.

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