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Casse di Espansione del Naviglio, Vescovi: "Cosa intende fare il sindaco"?

Sono passati più di 10 anni da quando si iniziò a parlare del progetto pensato da Comune, Provincia e Regione per risolvere i problemi idraulici dovuti ai nuovi insediamenti in zona. Interrogazione del consigliere Pd

Casse di Espansione del canale Naviglio. Sono passati più di 10 anni da quando si iniziò a parlare del progetto pensato da Comune, Provincia e Regione per risolvere i problemi idraulici dovuti ai nuovi insediamenti in zona, previsti nei piani urbanistici del Comune di Parma. Il consigliere del Pd Maurizio Vescovi si chiede che fine abbia fatto quel progetto.

"Il sottoscritto chiede - si legge nel testo dell'interrogazione- al sindaco e all’assessore competente che cosa intendono fare, quale progetto intendono portare avanti, a quali risorse si farà riferimento e con che tempi intendono porre concreta realizzazione alla cassa di espansione del canale Naviglio (il cui costo realizzativo deve essere,pro quota,a carico degli attuatori degli interventi edilizi realizzati e/o realizzandi nella zona del medesimo Naviglio) anche in considerazione della urgenza di messa in sicurezza idraulica resa, ancor più manifesta-e cogente- dalle precipitazioni di questi giorni".

LA VICENDA. "Con apposito Accordo di Programma sottoscritto nell'orrnai lontano anno 2002 il Comune e la Provincia di Parma nonché la Regione e i Comuni più direttamente interessati convennero sulla necessità di realizzare la cassa di espansione del canale Naviglio in zona Molino La Rossa al fine di risolvere le problematiche idrauliche connesse alla realizzazione degli interventi edilizi previsti dagli strumenti urbanistici del Comune di Parma.

Il Comune di Parma avrebbe dovuto realizzare l'opera con oneri a carico dei diversi soggetti attuatori degli interventi edilizi programmati nella zona interessata. La Giunta comunale approvò un primo progetto preliminare con deliberazione n.1587/ 07.12.2005. Successivamente,con deliberazione n.8/ 12. 02.2008, il Consiglio comunale approvò con voto unanime un secondo progetto preliminare costituente anche adozione di variante urbanistica al POC e avvio della procedura espropriativa. Entrambi i progetti prevedevano la realizzazione della cassa di espansione in sponda ovest del canale ritenendo l'area più idonea e l'intervento meno oneroso in quanto su quel terreno non vi erano presenze incongrue con l'opera da realizzare.

Senonché in data 13.06.2008, ovvero quattro mesi dopo che il Consiglio comunale aveva approvato il progetto di cui a deliberazione consigliare n.8/ 12.2.2008, il Presidente di SPIP trasmetteva al Comune un suo nuovo progetto che contrariamente a quello approvato dal Consiglio comunale prevedeva la realizzazione della cassa di espansione in sponda destra del canale. L'area proposta è caratterizzata dalla presenza di una strada comunale corrente lungo il canale nonché da linea elettrica e metanodotto. Tuttavia la maggioranza del Consiglio comunale, nonostante ferma e motivata opposizione delle minoranze, approvò il progetto SPIP. La vicenda ben si inquadra nella complessiva attività di SPIP.

Mentre lo sviluppo edificatorio nella zona ha ulteriormente aggravato le problematiche preesistenti la più volte dichiarata urgenza della realizzazione della cassa di espansione è rimasta lettera morta per la totale inerzia della passata amministrazione. Le preoccupazioni per il crescente rischio di esondazioni sono aumentate e la paziente attesa dei Cittadini, a distanza di dieci anni dalla sottoscrizione dell'Accordo di Programma, si è ormai
esaurita".

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