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Cronaca

Parmalat, Lactalis: il 25 settembre l'udienza conclusiva

Se il 25 settembre appare scontata la richiesta di revoca del Cda da parte della Procura, meno scontato sembra il suo accoglimento da parte del Tribunale civile di Parma

È stata fissata per il 25 settembre l'udienza conclusiva della procedura di controllo giudiziario avviata nel 2012 nei confronti di Parmalat, su denuncia di alcuni azionisti di minoranza della società di Collecchio. Il Tribunale civile di Parma, in seduta collegiale retta dal Presidente Roberto Piscopo, potrebbe decidere la revoca del Cda Parmalat e la nomina di un amministratore giudiziario, così come previsto dall'art.2409 del Codice Civile in presenza di riscontrate attività lesive degli interessi aziendali da parte degli amministratori.

Al centro della vicenda c'è l'acquisizione, per 904 milioni di dollari, di Lactalis American Group da parte di Parmalat, a sua volta controllata dal gruppo francese Lactalis della famiglia Besnier. Gli azionisti di minoranza di Parmalat hanno sostenuto nella loro denuncia che l'operazione infragruppo abbia leso gli interessi aziendali dell'acquirente a cominciare dal prezzo pagato, giudicato troppo alto in relazione al valore del complesso aziendale Lag. Il commissario ad acta nominato dal Tribunale, Angelo Manaresi, nella sua relazione ha stimato in 623 milioni di dollari il valore di Lag, definendo l'acquisizione così come avvenuta "frettolosa" (tra l'altro, mancante di un business plan) e spiegando che Parmalat ha comprato il "piano di sviluppo di Lag più che l'azienda così come esistente in quel momento". Manaresi ha anche ottenuto l'applicazione della clausola di adeguamento, già presente nel contratto di cessione, consentendo il "rientro" nelle casse di Parmalat di 134 milioni di dollari.

La relazione presentata dalla Procura di Parma (la procedura è affidata alla Pm Lucia Russo) fissa tra i 582 e i 597 milioni di dollari la stima di Lag. Nella replica alle contestazioni alla sua relazione, pervenute dai legali del Cda Parmalat, Manaresi ha concluso che "il valore a cui è stata pattuita l'acquisizione è nettamente superiore alle altre stime possibili e ragionevoli" e che, "dato che Parmalat è società quotata in Borsa, il danno è stato molto grande" per gli azionisti. Se il 25 settembre appare scontata la richiesta di revoca del Cda da parte della Procura, meno scontato sembra il suo accoglimento da parte del Tribunale civile di Parma. La decisione non dovrebbe richiedere molto tempo, anche se difficilmente il collegio vi perverrà nel corso dell'udienza. Nel caso in cui il cda Parmalat dovesse essere 'azzerato', il Tribunale dovrà provvedere alla nomina di un amministratore giudiziario che potrebbe anche decidere di impugnare il contratto di cessione per chiederne l'annullamento. Scenari che però attendono ad una fase successiva a quella della procedura in corso.

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