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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Passi carrabili, il Comune chiede il pagamento a tutti quelli che hanno accesso alla strada

Federconsumatori difende gli associati ritenendo che il canone debba essere pagato solo a richiesta degli interessati e non per il solo fatto di avere un accesso alla strada

Federconsumatori Parma interviene sulla vicenda della COSAP, che vede coinvolti Comune di Parma, Parma Gestione Entrate e Federconsumatori stessa in difesa di suoi associati Federconsumatori Parma ha fatto il punto, ieri in conferenza stampa, in merito alla vicenda del canone COSAP (la tassa sulla concessione all'occupazione temporanea di spazi ed aree pubbliche) che vede coinvolti Comune di Parma, Parma Gestione Entrate e Federconsumatori in difesa di suoi associati.

"La questione, ha spiegato il presidente Fabrizio Ghidini, riguarda il pagamento del canone Cosap per i passi carrabili cosiddetti a raso di proprietà private con fronte strada, dove non ci sono opere visibili sulla strada o il marciapiede. Il Comune ritiene che debbano pagare tutti coloro che hanno un accesso da cui può entrare e uscire un veicolo indipendentemente dal fatto che il proprietario abbia chiesto o no di pagare il canone Cosap per avere lo spazio antistante l'accesso sgombero da stazionamento veicoli. Per questo sono stati recapitati da PGE avvisi di invito al pagamento del canone per passo carrabile.

Federconsumatori difende gli associati ritenendo che il canone debba essere pagato solo a richiesta degli interessati e non per il solo fatto di avere un accesso alla strada. A tale proposito si è attivata inoltrando reclami e chiedendo un incontro al Comune e PGE che si sono dimostrati disponibili.

Tuttavia non si registra per ora un punto di incontro tra le istituzioni e l'associazione, insistendo il Comune nelle sue richieste. Per questo la Federconsumatori ha coinvolto il difensore civico regionale con un interpello, per avere un parere sulla questione, con riserva di attivarsi in tutte le sedi per il riconoscimento dei diritti dei suoi associati.

Ghidini sottolinea che l'operato del Comune sul versante degli introiti dell'ente, così come notato anche per le multe dell'ultimo anno, è impostato più su far cassa che su ragioni ponderate di acquisizione di risorse finanziarie in proporzione alla capacità delle spese necessarie.

Sulla questione è intervenuto poi Paolo Tazzini, collaboratore dell’associazione, spiegando che la vicenda, che vede contrapposti da una parte i cittadini e dall’altra il Comune e Parma Gestione Entrate, è la fotocopia di analoghi casi che si trascinano già da diversi anni in gran parte dei Comuni di Italia che hanno adottato la Tosap o la Cosap.

Tutto nasce dal dilemma se considerare soggetto a pagamento ogni qualsiasi accesso a raso che non preveda opera alcuna sul territorio comunale solo per il fatto che esiste o se invece non far pagare per gli accessi che non comportino opere evidenti e stabili sul suolo comunale.

Il regolamento comunale Cosap all'art. 18 vuole assoggettare a pagamento tutti quanti gli accessi, Federconsumatori invece sostiene la tesi secondo cui se non ci sono opere sul suolo pubblico e sacrificio da parte della collettività essi non devono pagare il solo fatto di avere un cancello per uscire di casa.

Federconsumatori si appoggia peraltro sul fatto che il regolamento è una fonte gerarchicamente inferiore al decreto legislativo del ‘97 che ne permette la emanazione ma entro un recinto che non può oltrepassare costituito dalla “occupazione permanente o temporanea di strade appartenenti al demanio o patrimonio indisponibile del Comune”.

La legge dice di più: che il pagamento deve essere commisurato al sacrificio imposto alla collettività con rinuncia all'uso pubblico generalizzato degli spazi occupati, e non si può presumere un sacrificio solo perché un cittadino ha il diritto di uscire di casa con l'auto o lo scooter, in quanto sarebbe una lesione grave del diritto costituzionale alla libera circolazione e alla inviolabilità del domicilio.

Tazzini riporta a proposito il parere del difensore civico della Provincia di Genova che riecheggiando la Cassazione definisce una forzatura interpretativa l'assoggettamento al pagamento del canone degli accessi a raso.

Fa presente che il Comune di Massa, per evitare contenziosi a lui sfavorevoli ha modificato il regolamento nel 2000 specificando che  “...per la fattispecie dei passi carrabili a raso l'applicazione del canone avviene dietro richiesta avanzata da parte dell'interessato”.

Infine, la consulente legale dell’associazione, avvocato Simona Carpena, richiamando sentenze della Cassazione, precisa sostanzialmente che il pagamento del canone in questi casi lede il diritto inviolabile alla proprietà privata e alla libertà di circolazione e riporta anche sentenze di Giudici di Pace di Parma che hanno dato ragione al cittadino. Il quale tuttavia – ça va sans dire – continua a ricevere gli avvisi di pagamento da parte di Comune e PGE".

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