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Cronaca

Pestaggio di Paolo Signifredi: "La logica contro i pentiti è 'Colpirne uno per educarne cento'"

L'episodio che ha coinvolto il parmigiano Paolo Signifredi solleva molti interrogativi, abbiamo chiesto un commento all'associazione La Banda che cura il sito 'Mafie sotto casa'

Paolo Signifredi, considerato il cassiere della cosca Grande Aracri al Nord, è stato pestato a sangue davanti alla sua abitazione, in una località che avrebbe dovuto essere segreta ma che è stata scoperta dai suoi aggressori. Un pestaggio che solleva numerosi interrogativi. Noi di Parmatoday abbiamo chiesto all'associazione 'La Banda' che cura il sito 'Le mafie sotto casa' di commentare questo gravissimo episodio, avvenuto ai danni del commercialista parmigiano. 

"Colpirne uno per educarne cento"

"Paolo Signifredi, contabile della cosca Grande Aracri al nord, collaboratore di giustizia, testimone chiave nei processi Aemilia, Pesci e Kyterion è stato rintracciato nella località protetta in cui si trovava e picchiato. "Quando ti riprendi rettifica le tue dichiarazioni" gli è stato detto. Intanto altri pentiti stanno raccontando i legami della cosca emiliana con intoccabili ed insospettabili. Rapporti con il Vaticano, la Cassazione e la Massoneria. Prima erano solamente storie calabresi. Adesso, grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sono storie emiliane. Colpirne uno per educarne cento. La chiave di lettura sta qui: il processo Aemilia da semplice procedimento penale contro un gruppo di calabresi giunto al nord per "contaminare" una terra limpida e pulita come l'Emilia rossa, si è trasformato in un processo contro un sistema criminale che questa regione non solo non ha respinto, ma ne ha rappresentato l'habitat naturale. Imprenditori, amministratori, politici, giornalisti, commercialisti, esponenti delle forze dell'ordine, tecnici comunali. Tutti in un rapporto di do ut des con la cosca, in perfetta sintonia con essa, in una piena e consapevole convergenza di interessi.

"Mai così tanti pentiti di una cosca di 'Ndrangheta" 

Oltre a Paolo Signifredi ci sono anche tanti altri pentiti. "Mai così tanti esponenti di una cosca di 'ndrangheta -ricordano gli esponenti de 'La Banda' - hanno preso la decisione di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia durante un processo. Mai, prima di Aemilia. Ognuno di essi, ricoprendo ruoli differenti all'interno dell'organizzazione criminale, sta rilasciando dichiarazioni alle autorità giudiziare che ne stanno vagliando l'attendibilità. Se Pino Giglio, il primo collaboratore di giustizia di Aemilia, viene definito dal giudice che lo ha condannato durante il rito abbreviato come un "imprenditore mafioso" proprio per gli affari portati avanti grazie al supporto della cosca, un ragionamento diverso vale per Signifredi e Antonio Valerio. Il primo, fortemente legato a figure esterne alla 'ndrina, è divenuto in poco tempo un testimone chiave sia del processo Aemilia che dei due procedimenti penali "gemelli" ovvero Pesci Kyterion.

La 'zona grigia' di imprenditori e amministratori locali

Antonio Valerio, invece, esponente di punta del clan, è l'ultimo in ordine temporale ad aver intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia. Le sue parole stanno continuando a riempire pagine e pagine di verbali, di cui molte parti coperte da omissis. Valerio, oltre a raccontare tutte le dinamiche interne alla cosca, sta inoltre iniziando a raccontare i legami esterni, facendo i nomi di chi ha tessuto con l'organizzazione criminale rapporti di favoritismi e affari. Tutti questi collaboratori di giustizia, dunque, sono un tassello di fondamentale importanza sia per l'andamento del processo che per lo stesso impianto accusatorio. Anche se, è utile ricordarlo, le loro parole sono al vaglio degli inquirenti che ne devono accertare l'attendibilità. Ma l'azione portata avanti contro Signifredi, il fatto che egli sia stato trovato seppure si trovasse in una località protetta, deve necessariamente porre al centro dell'attenzione la "pericolosità" dei collaboratori di giustizia all'interno di un processo come Aemilia, per i suoi protagonisti  e per tutti coloro che ancora, su quel banco degli imputati, non sono presenti. Colpirne uno per educarne cento". 

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