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Cronaca

Popolazione, provincia a quota 442mila abitanti: stranieri al 12,5%

Presentato il rapporto demografico 2010. Cresce la popolazione grazie agli immigrati: i moldavi superano gli albanesi. Aumenta l'aspettativa di vita, vicina agli 80 anni per gli uomini e 84 per le donne

Cresce la popolazione della provincia, il quarto aumento in valore assoluto da oltre 50anni, raggiungendo quota 442.070, 50mila persone in più dal ’96 ad oggi. E crescono gli anziani over75, con un record di ben 160 ultracentenari. I cittadini stranieri sono più di 55mila, il 12,5% della popolazione complessiva, di per sé un indicatore positivo dell’attrattività di un territorio. E aumentano le aspettative di vita che hanno raggiunto livelli davvero elevati, ulteriore segnale  positivo di un sistema socio-sanitario che funziona e che ha portato i valori di speranza di vita vicino ai livelli dei primi nel mondo.
E’ un quadro di una comunità in buona salute quello che emerge dai dati del report annuale realizzato dalla Provincia e presentato questa mattina dall’assessore alle Politiche sociali Marcella Saccani insieme al responsabile dell’Ufficio statistica Andrea Gaiani.
“La popolazione cresce più velocemente rispetto all’anno scorso, nonostante la crisi economica fattore che secondo alcuni avrebbe portato a una stasi o a una crescita molto bassa – ha detto Gaiani -  Le aree che crescono sono quelle che crescevano anche negli anni scorsi e che fanno cintura al capoluogo, ma vi sono anche comuni come Calestano nella Val Baganza che costituiscono una particolarità per l’incremento e altri come Corniglio che fanno segnare un’inversione di tendenza”.
Il fattore crescita è determinato dall’aumento della popolazione straniera che partendo dall’area del capoluogo, si va via via diffondendo anche nelle aree appenniniche, in cui si registrano gli incrementi percentuali più alti. Numericamente le donne (il 51,4%)  hanno superato i maschi, un fenomeno legato soprattutto ai ricongiungimenti familiari. Per il primo anno la popolazione più numerosa fra gli stranieri, non è quella albanese, ma la moldava; in generale le persone provenienti dai Paesi dell’Est Europa rappresentano il gruppo più numeroso facendo segnare un cambiamento rispetto al primo flusso migratorio che proveniva dal Nord Africa. Crescono i minori stranieri, dato considerato come uno dei più importanti indicatori di integrazione, e crescono i nati da entrambi genitori stranieri che nel 2011 hanno superato il migliaio.
Continuano ad aumentare i grandi anziani (+1,4%), uno degli effetti del continuo aumento della speranza di vita, arrivata vicina agli 80 anni per gli uomini, e a oltre 84 anni per le donne.
L’indicatore della speranza di vita alla nascita, come ha ricordato Gaiani, ha assunto recentemente una certa importanza come uno degli indicatori, oltre al PIL, del benessere di una società.
Il numero delle famiglie raggiunge nel 2011 la cifra di 201.591, e quelle di piccole dimensione (fino a 2 componenti) rappresentano ormai oltre il 65% del totale, mentre la variazione percentuale più consistente ha riguardato i nuclei da 5 e più componenti (+5,0%).
“Sono dati che ci parlano di integrazione, anziani, famiglie, e del futuro. La presenza di oltre 55mila stranieri, di cui non abbiamo una percezione in termini di carico e fatica quotidiana, va letta come capacità di un intero territorio di creare le condizioni per un impatto “dolce” e funzionale al nostro sistema  – ha commentato Saccani ricordando che proprio alla provincia di Parma è andato lo scorso anno il primo posto per qualità dell’integrazione nel rapporto del Cnel. “I numeri ci dicono che si viene qui, si lavora, si fa famiglia e bambini in un contesto in cui crescono gli ultra75enni. Un dato che ci dice che è alto il livello della qualità dei servizi socio assistenziali, ma senza ricambio si è destinati a scomparire. Gente responsabile, una presenza che contribuisce all’esistenza del sistema di welfare a cui tutti accediamo con un apporto stimato intorno all’8%. Dati che si intrecciano con la scelta della Regione di creare un fondo per le politiche per gli anziani fra i più consistenti in Italia, che a Parma conta 41 ml di euro, e che per scelta della Regione nonostante i tagli non è stato toccato”.

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