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Cronaca

Premio Venturini 2013: violetta d'oro a Piera Aiello e Emilia Zaccomer

Una testimone di giustizia che ha fatto della lotta alla mafia la sua missione, e una piccola grande donna che si dedica da una vita agli altri. Le violette d'oro saranno consegnate in Provincia venerdì 8 marzo

Una testimone di giustizia che ha fatto della lotta alla mafia la sua missione, e una piccola grande donna che si dedica da una vita agli altri, a chi ha bisogno, alle persone in difficoltà. Piera Aiello ed Emilia Agostini Zaccomer. Sono loro le vincitrici delle quarta edizione del Premio Pierangela Venturini, istituito dalla Provincia e dal Consiglio provinciale per dare un riconoscimento a donne “di valore”, modello per la collettività. A loro andrà la Violetta d’oro, simbolo di un premio con cui l’ente di piazza della Pace e il consiglio hanno voluto ricordare la figura e l’attività di Pierangela Venturini, avvocato, fondatrice di “Forum donne giuriste”, presidente del Centro antiviolenza di Parma, una donna che alla difesa dei diritti delle donne ha dedicato tutta la vita.

Le Violette d’oro, creazione originale dell’orafo Pierluigi Portesani, saranno consegnate in Provincia venerdì 8 marzo alle 10,30. Saranno presenti i presidenti della Giunta e del Consiglio provinciale, Vincenzo Bernazzoli e Mario De Blasi, l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani, la commissione, i famigliari di Pierangela Venturini.

Piera Aiello, quarantacinque anni, è testimone di giustizia dall’età di poco più di vent’anni. È una donna siciliana che ha voltato le spalle alla mafia. Moglie di Nicola Atria, nuora di don Vito Atria (boss di Cosa Nostra di Partanna), cognata di Rita Atria, testimone di giustizia che è si suicidata a poche settimane dalla Strage di via D’Amelio. Dopo aver assistito all’omicidio del marito, in una feroce guerra di mafia, Piera dice basta e si rivolge prima ai carabinieri e poi a Paolo Borsellino e ad alcune magistrate: e comincia a raccontare ciò che sa. Non è un percorso facile, il suo: funestato da un lato dall’attentato di via d’Amelio, in cui muoiono Borsellino e la sua scorta, e dall’altro dal suicidio dalla cognata Rita, che aveva condiviso la sua stessa scelta. Ma è un percorso che va avanti ancora oggi, pur tra mille difficoltà, con una nuova identità e una nuova famiglia. Piera ha raccontato la sua “doppia” vita nel libro “Maledetta Mafia”, scritto con il giornalista Umberto Lucentini, con postfazione di don Luigi Ciotti.

Emilia Agostini Zaccomer, ottantacinque anni, parmigiana, ha contribuito alla nascita della Coldiretti, e in particolare alla formazione del Movimento femminile: operatrice del patronato Epaca, ha lavorato sempre per difendere i diritti dei coltivatori. Nel 1993 aderisce all’Associazione Per Ricominciare, impegnata in carcere, della quale fa tuttora parte occupandosi delle due case a disposizione dei famigliari in visita per i colloqui e dei detenuti in permesso premio, oltre che del laboratorio ludico creato nell’istituto penitenziario di Parma per i bambini e ai ragazzi che vengono per i colloqui con i congiunti detenuti. Dal 1984 è una delle colonne dell’Associazione Avoprorit, dove si è impegnata a far decollare il servizio di assistenza domiciliare ai malati di tumore terminali e coordina a Felino gli ambulatori per la prevenzione oncologica. Nel 1992 è stata insignita dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica.

Il Premio Pierangela Venturini
Giunto alla quarta edizione, il riconoscimento è conferito a due donne che si siano distinte a livello nazionale e a livello locale. I premi hanno la forma della “Violetta d’oro” e richiamano, in tal modo, uno dei simboli “al femminile” più amati di Parma. I premi sono assegnati da una commissione composta dall’assessore alle Pari opportunità (Marcella Saccani), da un assessore designato dal presidente della Provincia (Manuela Amoretti), e da tre rappresentanti del Consiglio provinciale (Rossano Botto, Massimiliano Cavatorta, Barbara Zerbini).

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