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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Public Money, Vignali non parla. L'avvocato: "Il tesoretto non esiste"

E' arrivato in taxi ed è uscito pochi minuti dopo. L'avvocato Corsi: "E' titolare solo di due modesti conti bancari, una polizza del padre e un appartamento. Ci sarà stato un problema di omonimia. Si difenderà con i denti"

L'ex sindaco di Parma Pietro Vignali, indagato nell'ambito dell'inchiesta 'Public Money', è arrivato questa mattina nella Procura della città emiliana per il previsto interrogatorio di garanzia dopo il suo arresto per corruzione e peculato, avvenuto mercoledì scorso. Vignali è arrivato negli uffici di vicolo San Marcellino in taxi, 'accolto' da una selva di fotografi e cameraman. E' uscito pochi minuti dopo a bordo del taxi. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato Romano Corsi ha convocato una conferenza stampa.

L'AVVOCATO DIFENSORE - VIDEO. CORSI: PROVVEDIMENTI AD OROLOGERIA". "Abbiamo fatto appello al Tribunale del Riesame, - afferma Romano Corsi durante una conferenza stampa lampo sotto casa dell'ex sindaco Vignali - è incivile negare la libertà in questo modo. Non ricopre più quella carica dal 2010 come potrebbe reiterare il reato? Non c'è pericolo di fuga, non c'è il rischio di inquinamento delle prove, la sua libertà non metterebbe repentaglio l'ordine pubblico. Gravano su di lui 12 capi d'imputazione: 10 per peculato, 2 di corruzione. Pietro Vignali è molto amareggiato, lo affligge l'idea che la stampa abbia divulgato la notizia di questo fantomatico tesoretto da un milione e 900mila euro. Non esiste. Gli hanno attribuito la proprietà di nove conti correnti, ma in realtà è titolare solo di due modesti conti bancari, una polizza del padre e un appartamento. Il milione e 400mila euro non so a chi li abbiano sequestrati. Ci sarà stato un problema di omonimia. Si difenderà con i denti".

L'ex sindaco è accusato di aver messo in piedi un 'sistema' di corruttele molto ramificato. Assieme a lui sono finiti ai domiciliari quattro dei venti indagati complessivi dell' inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla pm Paola Dal Monte. Ai domiciliari si trovano Andrea Costa, numero uno della maxi holding comunale Stt, il capogruppo Pdl in Regione Emilia-Romagna Luigi Giuseppe Villani e l'imprenditore edile e dell'editoria Angelo Buzzi.

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