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Cronaca

Quintali di hashish lungo la via Emilia, sgominata la banda dei maghrebini tra Parma e Modena: otto arresti

I carabinieri di Parma, al termine di una complessa indagine, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 maghrebini

I carabinieri di Parma hanno sgominato un'articolata rete dello spaccio di droga che era attiva tra la nostra città, Reggio Emilia, Modena e Bologna. I militari che, nella mattinata di giovedì 28 febbraio, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere per otto persone, tutte maghrebine, sono giunti al termine dell'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, dopo un complesso lavoro di indagine. In totale sono stati sequestrati 200 chili di hashish e 100 grammi di cocaina per un valore di mercato di oltre 200 mila euro. 

I reati contestati agli indagati dalla Procura sono traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. L'indagine è nata nel 2016, a partire da alcuni riscontri investigativi dei crabinieri del Nucleo Investigativo di Parma che identificarono un marocchino, residente nella provincia, attivamente impegnato nello spaccio di sostanze stupefacenti. Gli approfondimenti dei militari, fatti attraverso intercettazioni telefoniche, attività di osservazione, pedinamento e controllo sulle piazze dello spaccio hanno consentito di svelare l’esistenza di una vasta rete di vendita, operativa nella città di Modena, in grado di spostare tantissima droga, in particolare cocaina e hashish -  verso pusher di Parma, di Bologna e Reggio Emilia.

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I militari hanno individuato a Modena due centri dello spaccio: il primo coinvolge due fratelli, marocchini, attivi nello spaccio all’ingrosso di cocaina che riuscivano a vendere ai 'cavallini' fino a mezzo chilo di coca al giorno. Il secondo coinvogle altri due marocchini di cui uno gestore di una barberia a Modena che riceveva dal Paese d’origine proposte di acquisto di sostanze stupefacenti dislocate in varie parti d’Italia, non consegnate per motivi diversi ai clienti cui erano destinate e quindi ancora nella disponibilità del corriere. Le informazioni venivano quindi elaborate dall’altro pusher che si incaricava del recupero. 

Le indagini sono state rese particolarmente complesse dall’uso di un linguaggio allusivo. Il termine “giacca” assumeva il significato di “panetto di hashish”. Venivano usati anche codici linguistici concordati con i clienti “più affezionati”, quasi sempre del tutto avulsi dal contesto della conversazione e quindi privi di un apparente senso logico. La precisa attività di analisi e riscontro dei carabinieri ha permesso di decripitarne il contenuto. I clienti richiedevano tramite sms la droga indicando nel messaggio un numero di telefono le cui tre ultime cifre indicavano il quantitativo di cocaina che desideravano. 

Nel corso dell’attività sono state sequestrati complessivamente circa 200 chili di hashish e 100 grammi di cocaina. Il valore dello stupefacente al centro del traffico è stimato in circa 200 mila euro. Il 29 febbraio 2016, sulla A1, in prossimità del casello di Parma, i militari del Nucleo Investigativo hanno trovato e sequestrato, nel bagagliaio di una Panda partita da Roma, ben 180 chili di hashish.

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