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Cronaca

Sant'Ilario, il 13 gennaio apertura straordinaria di tre spazi culturali

Domenica 13 gennaio l'Assessorato alla Cultura promuove l'apertura gratuita di tre spazi culturali: la pinacoteca Stuard, Palazzo Ducale del Giardino di Parma e Oratorio di Sant'Ilario in via D'Azeglio

Domenica 13 gennaio, in occasione della festività di Sant’Ilario, Santo Patrono di Parma, l’Amministrazione Comunale - Assessorato alla Cultura - promuove l’apertura gratuita di tre spazi culturali da riscoprire e valorizzare.
 
Pinacoteca G. Stuard - Orario di apertura 9-18,30
La Pinacoteca raccoglie opere di tavole dei primitivi del Tre-Quattrocento toscani tra cui Maestro della Misericordia, Bicci di Lorenzo, Pietro di Giovanni d’Ambrogio, autori del Seicento emiliano con Cavalier d’Arpino, Guercino, Bartolomeo Manfredi, e ancora tele di Sebastiano Ricci, Francisco Zurbaran, Domenico Tintoretto e molti altri.

Palazzo Ducale del Giardino di Parma – Apertura straordinaria - Orario di visita 9-12
Il Palazzo è stato progettato da Jacopo Barozzi detto il Vignola e rinnovato nel Settecento dall’architetto E. A Petitot. Il Palazzo Ducale conserva decorazioni di Girolamo Mirola (Sala di Alcina), Jacopo Zanguidi detto il Bertoja (Sala dell’Aetas Felicior), Agostino Carracci (Sala dell’Amore), Jan Sons, Giovanni Battista Trotti detto il Malosso (Sala delle Leggende) e Luca Reti con stucchi e decorazioni di Benigno Bossi per la Sala degli Uccelli.

Oratorio di Sant’Ilario in via D’Azeglio.
In questo spazio, alle ore 16.30, dopo la distribuzione ai bambini delle tradizionali scarpette dolci benedette, si terrà una visita storico-artistica per illustrare l’apparato decorativo della volta, improntata al tema del soccorso ai poveri e agli infermi. Si tratta di un’opera a fresco di Giovanni Maria Conti della Camera, coadiuvato da Domenico Reti per gli ornati a stucco dei capitelli, caratterizzati da elementi zoomorfi e fitomorfi, e per la decorazione barocca delle allegorie della Carità e della Religione del sepolcro di Rodolfo Tanzi, scolpito in pietra arenaria da Antonio d’Agrate.

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