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Cronaca

Banca Monte, i sindacati proclamano lo sciopero per il 13 novembre

I lavoratori rivendicano garanzie e risposte sul futuro che li attende. Anche la Lega Nord dichiara senza riserve il proprio sostegno ai dipendenti e critica Comune e Provincia "incapaci di evitare il naufragio"

banca-monte-parmaMentre i Lavoratori di Banca Monte aprivano la filiale ogni mattina e la chiudevano a tarda ora e garantivano con il loro impegno lavorativo, con la loro professionalità e con la loro competenza il servizio alla clientela ed all’utenza cittadina, “qualcuno” creava le condizioni finanziarie che hanno portato alla fine dell'autonomia della Banca, con la vendita di Banca Monte Parma a Intesa Sanpaolo.

Oggi quegli stessi lavoratori, che rischiano di pagare in prima persona questi gravi errori, hanno deciso di far sentire la propria voce, per dire che non ci stanno. Per questo le Rappresentanze Sindacali Aziendali FABI, FIBA CISL, FISAC CGIL e UILCA di Banca Monte Parma hanno indetto per il prossimo sabato, 13 novembre, dalle ore 10.00, presso la Sede Centrale in P.le Cesare Battisti, angolo Via Cavour, una manifestazione di tutti i lavoratori dell’istituto di credito.

L’iniziativa di protesta ha l’obiettivo di dare forza alle richieste dei lavoratori, che rivendicano le giuste garanzie a tutela del posto di lavoro e risposte formali, chiare ed esigibili sul futuro che li attende.

A Banca Monte intervento invasivo”, queste sono le parole pronunciate dal Direttore Generale Vicario di Intesa Sanpaolo, Morelli, pubblicate su ParmaToday e altri media locali (ndr). Ma cosa pensano veramente le istituzioni, ora che la banca della città viene venduta? E quali garanzie hanno richiesto per il personale dell’istituto di credito?

Di fronte a tali incertezze, i lavoratori non possono che manifestare per chiedere assicurazioni a difesa dell’occupazione e la stabilizzazione dei lavoratori precari; per poter continuare a lavorare nel territorio e mettere la loro professionalità al servizio delle famiglie e delle imprese locali; per fare in modo che Banca Monte possa mantenere la propria struttura a Parma per poter svolgere la sua indispensabile funzione di sostegno all’economia del territorio.

Tutte le istituzioni e le forze politiche sono invitate a sostenere le richieste dei lavoratori di Banca Monte Parma, i quali annunciano che se la proprietà non avvierà immediatamente il tavolo di trattativa con le organizzazioni sindacali per formalizzare le necessarie tutele per i lavoratori, verranno proclamate due giornate di sciopero per lunedì 29 novembre e  venerdì 3 dicembre.


COMUNICATO DELLA LEGA NORD

"Dopo le note e tristi vicende che hanno investito Banca Monte Parma, storico istituto di credito della Città ducale, fondato nel lontano 1488 (prima che Colombo sbarcasse in America), ed ora in procinto di essere “rilevato” da Intesa-San Paolo, non mancano gravi preoccupazioni da parte dei dipendenti della Banca. Dalle prime dichiarazioni rilasciate dai vertici Intesa-San Paolo, si evince l’intenzione di realizzare interventi “invasivi”, asseritamente finalizzati a riportare la Banca ad un regime di redditività sostenibile, rientrando progressivamente dalle perdite accumulate.

La Lega Nord di Parma, che per prima aveva denunciato le “nubi oscure” che si profilavano sulla storica Banca cittadina, esprimendo forte preoccupazione per i conti in rosso, dichiara senza riserve il proprio sostegno ai dipendenti di Banca Monte, che non possono diventare, neppure dopo la cessione della Banca ad Intesa-San Paolo,  il “capro espiatorio” da sacrificare per sanare i conti prodotti dalla cattiva gestione precedente.

Tutte le istituzioni, ad iniziare dal Comune e dalla Provincia di Parma, che pure si sono dimostrate incapaci di evitare il naufragio di Banca Monte, devono sentire almeno l’imprescindibile dovere di sostenere i lavoratori della Banca. La Lega Nord di Parma sostiene l’iniziativa di mobilitazione dei lavoratori, prevista per il 13 novembre p.v., invitando tutti i cittadini a stringersi al fianco dei dipendenti Banca Monte, perché Parma non può permettersi di perdere ulteriori posti di lavoro".
 


 

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