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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Fine del Tavolo Immigrazione. I promotori scrivono al Sindaco

A dare la notizia alcuni tra gli aderenti al progetto: "Crediamo sia stato un bel tentativo di portare le persone straniere a partecipare alla vita politica, sociale e culturale della città"

Niente più Tavolo d'Immigrazione. A darne notizia Cleophas Adrien Dioma, Leonor Grossi Asta Vinci, Farid Mansour, Gentian Alimadhi e Ambrose Laudani che annunciano la fine dell'iniziativa con una lettera rivolta alla Giunta. Nel corso di una conferenza stampa in programma sabato 16 marzo 2013, alle ore 10, davanti alla sede del Tavolo Immigrazione via Melloni, i promotori faranno un bilancio di questa esperienza, e "faremo il punto su quale è stato l'atteggiamento dell'Amministrazione Pizzarotti su questi temi."

Abbiamo sempre cercato - si legge nel testo - di dare il massimo per portare a buon termine questo progetto perché eravamo convinti della giustezza della nostra scelta ad entrare nel gruppo. Nessuno di noi era pagato per questo lavoro. Il Tavolo Immigrazione non era una cosa perfetta ma per una volta qui a Parma una Giunta Comunale aveva provato a dare una certa legittimità ad un gruppo organizzato d'immigrati dando loro il mandato di lavorare per trovare risposte e soluzioni alle problematiche che portava la presenza di persone straniere nella città. Noi in quel breve tempo abbiamo cercato di portare avanti questo compito organizzando eventi, incontrando persone, confrontandoci con quelli che avevano voglia di confrontarsi con noi. Cercando il modo migliore di fare rete, gruppo e lavorare per il benessere di tutti quelli che vivono nella città. Il nostro compito non era solo legato all'immigrazione ma dovevamo anche essere in grado di dare il nostro punto di vista sui progetti che portava avanti l'Amministrazione Comunale”.

Che cosa è andato storto? “E' chiaro – si legge nel documento - che il Tavolo Immigrazione era un "prodotto" della scorsa giunta comunale. Siamo entrati essendo consapevoli che potevamo essere strumentalizzati. Avevamo chiaro in testa i rischi che comportava aver fatto una scelta del genere. Ma era giusto per noi provare. Iniziare un percorso diverso. Malgrado, anche qui, la buona volontà dell'Assessore Lasagna, ci siamo trovati comunque a vivere delle difficoltà legate alla gestione dei rapporti tra noi e i tecnici comunali da una parte, dall'altra parte la diffidenza di una fetta del mondo delle associazioni aventi come tematica l'immigrazione verso una struttura nata sotto la proposta della Giunta Comunale. Una delle critiche era il fatto che i membri del Tavolo non erano stati scelti democraticamente. Una scelta chiaramente discutibile, ma conoscendo molto bene il mondo delle associazioni degli immigrati sapevamo che quasi tutte le associazioni di migranti avevano problemi interni di leadership, di organizzazione, di rappresentanza. Il nostro sogno era invece vedere se si poteva arrivare insieme a trovare soluzione a questi problemi prima di arrivare alla seconda fase: elezioni dei membri dei forum delle associazioni delle comunità straniere. Non ci siamo riusciti. Possiamo dire che il breve tempo ma forse anche la nostra inesperienza a lavorare con la politica non ci ha aiutato. Il Tavolo è durato poco più di due anni e con la caduta e le dimissioni della Giunta Vignali ci siamo trovati quasi fuori".

I promotori del tavolo concludono la lettera affermando che "Anche se l'esperienza del Tavolo Immigrazione era imperfetta e ha avuto un finale infelice, crediamo comunque che sia stato un bel tentativo di portare le persone straniere a partecipare alla vita politica, sociale e culturale della città. Noi crediamo che non si può parlare di immigrazione e di integrazione senza gli immigrati. Noi eravamo immigrati e abbiamo vissuto tutti, o quasi, l'esperienza dell'immigrazione. Le nostre esperienze personali potevano aiutare la politica ad avere un approccio diverso verso le problematiche dell'immigrazione. Abbiamo volontariamente dato le nostre competenze e conoscenze, il nostro tempo alla nostra città impegnandoci in questa impresa. Non avendo la bacchetta magica abbiamo cercato di fare quello che è stato possibile fare. Oggi abbiamo deciso di chiudere ufficialmente questa nostra esperienza e ridare le chiavi alla nostra città”.

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