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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Centro / Strada Giuseppe Garibaldi

Regio, stabilizzazione dei precari. Cisl: "Aria di pulizie staliniane"

Duro affondo dalla Cisl Parma contro la Fondazione e le scelte dell'Amministrazione Comunale sui criteri per la stabilizzazione dei precari del Regio: "Criteri lesivi della dignità dei lavoratori. Ci è stato rifiutato un diritto, quello di mettere a verbale il nostro dissenso"

"Aria di pulizie staliniane di una volta". Queste le parole nel corso della conferenza stampa dalla Cisl di Parma a commento di una situazione definita preoccupante per le modalità utilizzate per avviare la stabilizzazione dei precari del Teatro Regio. Pur affermando di apprezzare la bontà dell'iniziativa in un clima di difficoltà eccezionali, a non andare giù alla Cisl Parma sono state le modalità con cui sono stati stabiliti i criteri e il cambiamento in corso d'opera degli stessi.

"Inizialmente - sottolinea Federico Ghillani, segratario Cisl Parma - ci era stato detto che i criteri per definire le stabilizzazioni si sarebbero basati sul criterio dell'anzianità, lo ritenevamo giusto perchè è un metro inderogabile. Al momento della firma, interfacciandoci, assieme alle altre sigle sindacali, con il direttore generale della Fondazione Teatro Regio e il direttore generale della Fondazione Toscanini, alla nostra richiesta di conferma del criterio di anzianità, ci è stato risposto che in realtà è un criterio applicato solo a chi ha un contratto a tempo determinato". Una metodologia che la Cisl ritiene fortemente discriminatoria e lesiva della dignità dei lavoratori, se si considerano le tante professionalità assunte con contratti di collaborazione a progetto o di altro tipo, comunque stagionale, che da anni lavorano per il Regio, escluse automaticamente dai criteri stabiliti. Alla risposta negativa dopo la richiesta dal sindacato di un cambiamento del criterio stabilito, la decisione di firmare comunque l'accordo, per garantire le assunzioni e le stabilizzazioni previste, ma con la messa a verbale della posizione di disaccordo.

REPLICA DI CGIL E UIL. In relazione a quanto uscito sugli organi di stampa negli ultimi giorni circa l’accordo sulle stabilizzazioni dei lavoratori precari del Teatro Regio, le organizzazioni provinciali di SLC CGIL, CGIL Parma, UILCOM UIL e UIL precisano quanto segue. Alla stesura dell’accordo si è arrivati dopo una fase di confronto con tutte le parti coinvolte (rappresentanze dei lavoratori e organizzazioni di categoria), convenendo su criteri oggettivi di anzianità aziendale e media dei periodi lavorati, in base ai quali individuare i primi quattro lavoratori da stabilizzare, con l’impegno ad effettuare successivi incontri per le ulteriori dodici stabilizzazioni concordate nel triennio 2013-2015 anche alla luce della nuova pianta organica. Si tratta di un accordo estremamente positivo, che avvia un percorso per ridurre la precarietà in un ente di vitale importanza per il territorio e che non può essere messo in discussione in alcun modo, ma dovrebbe anzi essere valorizzato e difeso da tutte le parti che l’hanno sottoscritto.

REPLICA DI FONDAZIONE TEATRO REGIO. "Il 25 ottobre 2012 è stato firmato, dalle tre sigle sindacali SLC CGIL,FISTEL CISL, UILCOM UIL, il verbale di accordo sindacale con la Fondazione Teatro Regio di Parma, nel quale si definisce la stabilizzazione di 16 posizioni lavorative per il triennio 2013/2015 (n. 4 da gennaio 2013). I criteri oggettivi identificati per procedere a queste assunzioni sono stati: 1. anzianità stagionale (degli ultimi dieci anni in Fondazione) legata alla media dei mesi lavorati nelle ultime 5 stagioni teatrali; 2. il rispetto dei periodi di lavoro maturati con contratti legati al CCNL applicato dalla Fondazione. Tutto ciò, nei limiti delle risorse disponibili e a tutela di lavoratori assunti con un contratto fermo dal 2006, senza aumenti né altri benefici stipendiali. Sin dai primi incontri (avvenuti dalla metà del giugno 2011) tra le rappresentanze sindacali e i vertici del Teatro (la Presidenza, all'epoca in persona del Sindaco Vignali, e successivamente il Commissario Straordinario Ciclosi e il Sub-commissario Pomponio), non si è mai discusso né accennato alla possibilità di estendere l'accordo a personale precario il cui contratto non possedesse tali specifiche caratteristiche. I lavoratori non assunti con contratti collegati al CCNL, infatti, hanno la possibilità di contrattare direttamente con il datore di lavoro la propria retribuzione, pur avendo anch'essi la possibilità di maturare anzianità lavorativa, in quanto assunti dalla Fondazione. Spiace dunque il tentativo di una parte sindacale di scaricare sulla Direzione del Teatro il peso di possibili contraddizioni interne facendone pagare il prezzo ad altri lavoratori, estranei alla propria base. È destituita infine di ogni fondamento l'affermazione riportata dalla stampa, secondo cui sarebbero stati chiamati al Regio lavoratori provenienti da Milano "facendo del clientelismo individuale". Ritenendo queste parole diffamatorie, l'Amministratore esecutivo dott. Carlo Fontana ha dato mandato al proprio legale di procedere nelle sedi opportune a tutela della propria onorabilità".

RIFIUTATA LA MESSA A VERBALE DELLA NOTA DI DISSENSO -"Ci è stato rifiutato un diritto, quello di mettere a verbale il nostro dissenso, che pur di affermare abbiamo trasmesso inviando una nota con raccomandata con ricevuta di ritorno, che però non può assumere valore legale. La scelta da parte nostra di firmare è stata dettata unicamente dal senso di responsabilità nei confronti dei lavoratori che saranno stabilizzati, ma siamo rimasti sconcertati da questo rifiuto e dal non aver avuto la solidarietà neanche delle altre sigle sindacali in merito", sottolinea Italo Fiorani, Cisl Parma. "Il sospetto è che con queste modalità si voglia fare scelte mirate, riteniamo che le vendette trasversali non facciano bene a nessuno e che Parma abbia bisogno di politiche nuove, che si basino sulla collaborazione reciproca e il dialogo, non su clientelismi".

PIANTA ORGANICA DEL REGIO - Tra le richieste avanzate dalla Cisl già all'inizio del 2012 la possibilità di fare una pianta organica del Teatro Regio, in modo da capire, senza la necessità di ideare uno studio esterno che se ne occupi, gli elementi minimi fondamentali per garantire il funzionamento della "macchina": "Tre sole opere nella stagione invernale, per giunta riciclate dal passato, a fronte di otto in precedenza, nonostante ciò si parla di stabilizzazione, ma se non c'è una pianta organica si rischia di assumere personale senza una esatta conoscenza delle esigenze fondamentali".

Un modus operandi, quello adottato dall'Amministrazione Comunale, sul quale la Cisl Parma nutre qualche dubbio: "Negli incontri spettacolari  con i confederali, in cui il sindaco aveva parlato di un clamoroso buco di bilancio e della necessità di dare garanzie ai lavoratori, l'impressione era quella di andare verso una volontà di collaborazione, al punto che il sindaco aveva addirittura parlato di concertazione e ho voluto accertarmi che fosse realmente a conoscenza del significato del termine. Non possiamo accettare che il Comune in certi ambiti reagisca con una certa sensibilità, come nel settore del welfare, e in altri ci consideri come spettatori che devono accettare qualcosa di già deciso, da altri".

PIU' VOCE AI SINDACATI - Sottolineata dal sindacato nel corso della conferenza stampa l'importanza dei sindacati come corpi intermedi organizzati che dovrebbero essere valorizzati maggiormente perchè portatori del polso della situazione sociale. "Non abbiamo soluzioni in tasca ma anni di esperienza seguendo problematiche difficili sul welfare territoriale. Apprezziamo la volontà anche dell'assessore Rossi di indire incontri pubblici sul welfare, vediamo l'impegno del sindaco, ma non vorremmo che il suo presenzialismo agli incontri con i lavoratori nasconda la volontà di occuparsi in modo diretto delle situazioni  scavalcando le rappresentanze sindacali. Vorremmo che si ristabilisca una correttezza di rapporti. L'Amministrazione Comunale dice di essere nata dalla protesta dei cittadini, vorremmo che segua un filo conduttore con quella moralizzazione necessaria e trasparenza tanto comunicate inizialmente, vorremmo riprendere quell'idea di concertazione applicandola anche ad altri ambiti".

 

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