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Cronaca

"Vi racconto come si vive un giorno da usurata"

Parma è la prima città in Italia per i reati di usura ma nessuno ne parla: noi di Parmatoday abbiamo deciso di farlo insieme a Raffaella Delpoio, vittima di usura. Nella prima 'puntata' il racconto di un giorno di usura: "Lo dedico a tutte le persone in difficoltà per spingere a parlare dei loro problemi con l'usura e a denunciare"

Parma è la prima città in Italia per i reati di usura, secondo quanto emerge da una ricerca del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Nonostante questo poco lodevole primato nazionale nessuno parla delle storie di usura e degli usurati. Noi di Parmatoday abbiamo deciso di farlo insieme a Raffaelle Delpoio, vittima di usura, per raccontarvi le dinamiche che stanno dietro questi reati e per sensibilizzare i lettori, gli imprenditori ed i commercianti sul tema. 

Nella prima puntata Raffaella Delpoio ha deciso di raccontarci come si vive un giorno d'usura. Lo ha fatto e lo farà su queste pagine per sensibilizzare sul tema e per spingere le persone che rimangono vittima di questo sistema a parlare, a spiegare le loro storie e ad affidarsi alle Istituzioni per cercare di uscire dal tunnel. 

"Grazie allo spazio che Parma Today ha deciso di dedicare al reato dell'usura, forte del momento di difficoltà che trovo nel seguire una vittima, voglio dedicare alla stessa, e a tutte le persone in difficoltà questo racconto, affinche possano trovare un pò di forza e di coraggio nel denunciare ma sopratutto nel dopo denuncia.

SIamo a maggio di qualche anno fa, e la mia bellissima attività era nel pieno del lavoro, la mia esposizione floreale era unica nella zona, e nel giorno del primo maggio ero solita appoggiare la tradizione del paese donando una damigiana di vino ai maggianti, e ballando a piedi nudi in strada con i miei clienti, un valzer e una bella vendita: era questo il mio impero, saper unire l' allegria agli acquisti e saper donare alla clientela un rapporto di amicizia e fiducia che tanto amavano. 

Tutto questo era per me stupendo e faceva parte del mio io e della mia grande passione per il mio lavoro. Anche quell' anno come tutti, sembrava cosi divertente ma solo dentro di me sapevo di dover dare il meglio per poter riuscire a pagare tutti quegli interessi all'usuraio che gioiso si beveva il mio vino e controllava la situazione proprio li, nei paraggi del negozio, facendomi ogni tanto un sorriso, sorriso che avrei distrutto con tutta me stessa.

Se da una parte il lavoro mi avrebbe portato a un pò di soluzioni, ero consapevole che avrebbe creato un problema con il fornitore, ma lo stesso al limite avrebbe agito per via legale a non con il piombo e allora la risposta su chi scegliere di pagare diventava ovvia e scontata. 

Una giornata ricca di emozioni che ricordo ancora e vivo ancora sulla mia pelle nonostante i tanti anni passati, clienti che apprezzano il tuo lavoro e si complimentano, soldi che entrano in cassa, voglia di non pensare alla sera e la sera che arriva, speranza che l' usuraio con l'incasso si decida a darti un pò di tregua e certezza che non lo farà: un valzer con il cliente sulla strada dove tutti cantano felici e al giro incontrare lo sgurado di chi aspetta, senza averne diritto, il suo pagamento.

Il tempo passa, il cassetto si riempie, la musica sparisce e la strisciata della chiusura di cassa esce con l'importo di 3800 euro, un record, una giornata ottima. Il sorriso di chi da fuori si avvicina compra un vasetto di pesto, lo paga e ti dice " tra mezz'ora dal ponte" . Ecco, questa è l'usura, pagare interessi che non devi su un prestito che hai già pagato mille volte, questa è l'usura essere costretta a pagare ciò che noon devi per lasciare indietro il pagamento delle persone a cui invece li devi davvero e a uno dopo l'altro veder distruggere il tuo impero fino a perdere ogni credibilità solo per rimanere in vita. 

Oggi, come quell' anno, sono ancora qua, con la mia esposizione fatta ancora con difficoltà, perchè risolvere l'usura è come combattere contro il cancro ma felice, senza nessuno che chiede interessi e sapendo che quel poco che fai rimane a te. Oggi sono ancora qua perchè nonostante i tempi, i problemi e le situazioni che hanno fatto allungare tutto, ho creduto nelle Istituzioni, e nelle forze dell'ordine.

Oggi soono ancora qui con la certezza che le istituzioni esistono e sanno lavorare e a chi pensa il contrario desidero dare questo insegnamento. Prima di giudicare le istituzioni, facciamo un esame di coscienza rendendoci conto che nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, rendiamo conto che siamo noi i primi responsabili di ciò che abbiamo fatto, volutamente o no, rendiamoci conto, che i nostri debiti li abbiamo fatti noi anche se di conseguenza ad un usuraio e con la nostra dignità in mano fidiamoci delle istituzioni e proponiamo un miglioramento di legge raccontando cosa accade dopo la denuncia, proponiamo soluzioni che possano andare bene per noi: solo così avremo la certezza che le istituzioni saranno in grado di aiutarci. Lottiamo per non essere un numero di pratica ma per diventare una storia vera, da gestire, da aiutare e da risolvere.

Troppo spesso l'usura rovina le famiglie, perchè l'usurato diventa il peccatore, lo scemo che non ha saputo gestire la sua vita, beh sapete quanti scemi esistono in questa Italia? Una marea, troppi, silenziosi scemi senza coraggio e quando lo hanno allora tutti si accaniscono contro di loro, solo perchè la magistratura ha i suoi tempi per verificare, solo perchè per istruire le pratiche ci vogliono elementi, solo perchè non si può risolvere 10 anni di usura in un mese. Gli usurai non fanno ricevute quando prendono soldi: è questo è il vero motivo
per cui la vittima deve essere forte nel dire tutte le verità alle forze dell'ordine, lo deve fare perchè finchè non lo farà nessuno potrà aiutarti". 
 

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