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Cronaca Molinetto / Strada Cavagnari

Via Cavagnari, una baraccopoli a due passi dal centro: salute a rischio

Ennesimo caso di degrado: 450 euro di affitto per una baracca umida, senza riscaldamento e con le fogne intasate. Per l'Usl non è abitabile. Cinque famiglie con bimbi costrette qui, perchè nessuno affitta agli stranieri

Sono sempre più frequenti le denunce da parte dei cittadini costretti a vivere in abitazioni malsane, pur pagando un regolare e spesso esoso affitto. Solo nell’ultimo mese 100 famiglie si sono rivolte all’associazione ‘Rete Diritti in Casa’ per chiedere aiuto. “Le case più fatiscenti di Parma sono destinate agli immigrati. Chi è straniero incontra grandi difficoltà ad avere in locazione una casa. Ci siamo spesso rivolti ad  agenzie immobiliari, ma appena il proprietario di casa si accorge che intercediamo per una famiglia straniera, chiude tutte le comunicazioni. Vengono da noi anche molte persone che  sono passate dai servizi sociali, ma senza nessun risultato. Tanti operatori del sociale, anche a causa dei tagli, non sono messi in condizione di fare il proprio lavoro, diventando un muro di gomma contro cui va a sbattere chi chiede aiuto”.

Mohamed Hamadouche ci ha invitati a vedere in quali condizioni vive. Originario dell’Algeria, Mohamed è in Italia da 10 anni. Ha sempre svolto il lavoro di idraulico, fino a due anni fa quando è stato colpito da un ictus. E’ riuscito a salvarsi grazie ad un intervento chirurgico, ma da allora ha difficoltà a parlare, a muoversi, e non può stare da solo, per questo si è trasferito dove vive suo fratello con la famiglia.

Strada Cavagnari 28, una cascina vecchia  150 anni, cinque famiglie straniere che vivono nel degrado. Il proprietario di casa chiede la media di 450 euro mensili per piccoli appartamenti senza riscaldamento e con l’impianto elettrico non a norma. La cascina è tra i campi, la prima cosa che colpisce è la quantità di legna accatastata all’esterno, viene usata per le stufe, ma nonostante questo resta molto alta l’umidità che va a bagnare materassi, divani, e si concretizza in muffa alle pareti.

“Mi lavo cinque volte al giorno per avere meno freddo, è l’unico metodo che mi fa stare meglio. La notte faccio fatica ad addormentarmi per il freddo, ho una piccola stufa a gas in camera, ma finisce in fretta, e il gas mi da alla testa, la mattina quando mi sveglio, mi sento sempre svenire. Forse anche perché c’è tanta muffa. Mio fratello pittura casa quasi ogni mese, cerchiamo di tenerla bene, ma la situazione torna sempre la stessa. Il 16 ottobre 2008 sono venuti gli ispettori dall’USL, sono dovuti entrare con gli stivali di gomma perché era straripata la fogna.

LA FOTOGALLERY CHE MOSTRA LA SITUAZIONE DI ASSOLUTO DEGRADO

Degrado in via Cavagnari

Hanno dichiarato la casa non abitabile, ma nonostante questo non è successo niente al proprietario, sembra che questo foglio non abbia alcun valore. Proprio l’altro giorno abbiamo notato una grossa crepa fuori, vicino alla finestra di camera mia, e se un giorno crolla una parte di tetto? Ho paura per i miei nipoti, li sento tossire la notte, so che non cresceranno bene se continuano a stare qui”.

Benhameur Habdilafit vive la stessa situazione nell’appartamento a fianco. “La fogna si intasa ogni due giorni, quando è piena straripa dal bagno, e io mi ritrovo anche a mezzanotte con la canna dell’acqua per porre rimedio. A volte dal fetore, o per il fumo della stufa che rende l’aria irrespirabile, metto la mia famiglia sul furgone davanti a casa, e apro tutte le finestre, fino a quando la situazione non torna normale. Gli assistenti sociali mi hanno offerto 1.200 euro per far tornare in Tunisia mia moglie con la nostra bambina, ma io non posso neanche pensare di non vedere crescere mia figlia. Sono arrivato al punto di caricarle in macchina, dire basta, e portarle in una casa di accoglienza, ma io non potevo entrare, quindi non ci è rimasto altro che tornare in questa casa. Nel 2008 sono finito al pronto soccorso con un attacco d’asma causato da tutta questa umidità.

Soffro di reumatismi, eppure sono ancora giovane. Ogni giorno vado a lavoro con la paura che succeda qualcosa alla mia famiglia, se scoppia una bombola, o va a fuoco la casa. Questa casa mi ricorda la miseria del mio paese, eppure siamo a due passi dal centro, eppure l’affitto richiesto non è da miseria, anzi”.

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