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Cronaca

Violenza giovanile, parlano i genitori: "E' colpa delle famiglie, sono soli e poco ascoltati"

Tra aggressioni e baby gang, la situazione preoccupa non poco i genitori e i cittadini. Siamo andati a sentire cosa ne pensano alcuni genitori all'uscita di una Scuola Media

Dopo i gravi episodi di via Mazzini e quello dello studente di prima media che ha mostrato un coltello alla professoressa sembra che stia dilagando sempre di più il fenomeno della violenza perpetrata da giovani ragazzi, per lo più minorenni. Tra aggressioni e baby gang, la situazione preoccupa non poco i genitori e i cittadini. Siamo andati a sentire cosa ne pensano alcuni genitori all'uscita di una Scuola Media del centro storico.

"La colpa secondo me è dei genitori -ci dice una mamma- che hanno tolto ogni potere anche agli insegnanti a scuola. Le posso testimoniare che per due anni di fila le insegnanti di mia figlia mi chiedevano scusa per averla sgridata, roba che per me non esiste. L'altra metà dell'educazione, oltre a quella che le dò io a casa, deve essere fatta dagli insegnanti a scuola: se c'è da alzare la voce va fatto".

"Penso che la maggior parte della colpa -sottolinea un padre ai nostri microfoni- sia da imputare ai genitori e al tipo di vita che si svolge al giorno d'oggi: tutti si lavora, tutti si è fuori e non esiste più la famiglia di una volta. Non si ha più il tempo di guardare e seguire i propri figli: manca il dialogo". "Come genitore quando leggo queste notizie su giornali mi preoccupo molto: penso sia l'educazione che i genitori impartiscono a questi ragazzi. Probabilmente sono cresciuti molto soli e poco ascoltati: è un problema sociale".

"Manca la famiglia -ci dice un padre- questi ragazzi sono sbandati perchè lasciati da soli; non hanno indirizzi e quindi sfogano la loro insicurezza verso gli altri. Si sentono forti in gruppo, in branco: da soli sono deboli" 

"Mi preoccupa molto effettivamente perchè c'è una situazione di emergenza che si nota quotidianamento: la causa sarebbe bello saperla. E' un cambiamento radicale di questa generazione: sicuramente una parte della colpa ce l'hanno i social network, i telefoni cellulari. Si sono amplificate situazione che erano già presente anni fa".  

"Fanno paura, io ho una figlia di 18 e una di 11 e quando vanno in giro non sono molto tranquilla, mi vien da dire: dove sono la scuola e le altre Istituzioni? Non ci sono pattuglie, con questi ragazzi qua c'è da far qualcosa. Penso che tutto debba partire dall'alto. 

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