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Economia

Classifica Confindustria: Parma nella top ten. Ma le aziende sono in crisi

Per gli indicatori economici e sociali delle province italiane la città ducale è all'ottavo posto. Ma sul territorio aumentano i casi Carra Alimentari, Artegrafica Silva, Jbt, Laterizi Giavarini, Catobo e Alfinox

Il Mezzogiorno continua ad arrancare.Il divario rispetto al Centro-Nord rimane "elevato" ed emerge, con la crisi economica, "in tutta la sua gravità". A fotografare il gap di sviluppo del Sud Italia sono gli 'Indicatori economici e sociali regionali e provinciali' elaborati dall'area Mezzogiorno di Confindustria.
Gli indicatori dell'associazione degli industriali non lasciano spazio a dubbi. Le prime posizioni della graduatoria - elaborata tenendo conto del pil procapite ma anche degli aspetti sociali e di qualità delle vita delle province italiane (dall'occupazione ai depositi bancari, dagli anni di studio ai consumi di energia) - sono occupate quasi esclusivamente da città del Nord. Mentre all'estremo opposto si trovano solo città del Sud.

Posta uguale a 100 la media nazionale del periodo 2008-2009, l'indicatore sintetico raggiunge un valore di 113,2 nel Centro Nord, mentre si ferma a 75,0 nel Mezzogiorno. Al vertice dello sviluppo nazionale si trova Milano, con un valore del 45% rispetto alla media (145,16 punti). Seguono nella top ten Rimini, Trieste, Verona, Ravenna, Aosta, Bologna, Parma( indice nazionale 100 Parma è 122), Reggio Emilia e Mantova.
Firenze e Roma, rispettivamente al quindicesimo e al sedicesimo posto, guidano invece la pattuglia delle province del Centro Italia, seguite da Lucca (22esima) e Ancona (23esima).

All'estremo opposto della graduatoria ben 15 province, tutte del Mezzogiorno, presentano valori dell'indicatore inferiore di 30 punti alla media nazionale e di oltre 43 punti rispetto alla media del Centro Nord. Fino ad arrivare ai casi quasi limite di Enna e Vibo Valentia che raccolgono solo 61 punti, 84 in meno rispetto a Milano.

LE CRISI AZIENDALI NEL PARMENSE

I dati confindustriali restituiscono una fotografia a metà di quella che è la reale situazione delle imprese e quindi dell'occupazione sul territorio parmense. Negli ultimi mesi, sono sempre più le aziende sull'orlo del collasso e ormai - con una frequenza impressionante - si aprono tavoli di crisi per cercare di salvare almeno il salvabile. E si tratta di imprese con decine o a volte centinaia di dipendenti. Qualche esempio: Carra Industrie Alimentari, Artegrafica Silva, Jbt, Laterizi Giavarini, Catobo, Alfinox. Provate a dire ai lavoratori di queste aziende che la provincia di Parma è a livello economico e occupazionale tra le più sviluppate d'Italia, e vedrete cosa vi risponderanno.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, VINCENZO BERNAZZOLI

"La classifica di Confindustria, basata non solo sul Pil ma su un insieme più complesso e completo di indicatori, anche se non esaustivi delle condizioni di vita del nostro territorio, conferma per la nostra provincia un ruolo di primordine nel panorama nazionale e di guida nell'area dell'Emilia ovest.

Si tratta di un risultato importante che affonda le proprie radici soprattutto nella capacità che abbiamo dimostrato nelle scorse stagioni di rimanere uniti, come sistema territoriale, e reagire insieme alla crisi mettendo in valore i nostri punti di forza. Ora si apre la sfida della ripresa, della scommessa sul nostro futuro, che deve vederci ancora capaci di fare un gioco di squadra nel quale pubblico e privato si dimostrino capaci di fare ognuno e insieme la propria parte con serietà ed efficacia, per garantire alla nostra provincia un futuro di coesione e di sviluppo”.

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