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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Vigatto / Strada Gaione

Greci Geremia, manodopera esterna e dipendenti in cassa integrazione

I sindacati: "Alcuni lavoratori hanno dovuto dare le dimissioni per essere assunti da una cooperativa con retribuzione inferiore e perdita degli ammortizzatori sociali. Una violazione delle norme contrattuali"

Sono ormai pochi i dipendenti rimasti in forza alla Greci Geremia & figli. Per la piccola realtà di Gaione, con quasi novant’anni di storia alle spalle e tra i clienti nomi come Nestlè, il declino è iniziato da tempo. Tant’è che, nell’arco dell’ultimo anno, l’organico si è quasi dimezzato. In tanti hanno fatto le valige. Del resto, quando alla continua incertezza sul proprio futuro lavorativo si aggiunge quella di non percepire la retribuzione dovuta, è comprensibile che si prendano altre strade.

Tuttavia pare che per la proprietà i dipendenti siano ancora troppi; così ad "alcuni di loro - si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil - è stato proposto il reimpiego, in seguito a loro “spontanee” dimissioni, attraverso una cooperativa di facchinaggio. Infatti, seppur a ritmo ridotto, l’attività nello stabilimento continuerebbe tuttora, con l’utilizzo di manodopera esterna in sostituzione di operai e impiegati da mesi in cassa integrazione straordinaria, senza stipendio né prospettive".

"L’assunzione tramite cooperativa - denunciano i sindacati - comporterebbe una retribuzione molto più bassa e la perdita di diritti assolutamente vitali (in primis gli ammortizzatori sociali) in una situazione già fortemente compromessa. Ancora una volta si assiste all’odioso ricatto, così in voga in tempi di crisi, che contrappone l’occupazione al salario ed ai diritti; come se dalla riduzione di questi ultimi potesse derivare il rilancio dell’azienda".

Una situazione che le organizzazioni sindacali di categoria Flai, Fai e Uila hanno già segnalato all’Ispettorato del Lavoro ravvisandosi, nel comportamento dell’azienda, una violazione delle norme contrattuali in materia di appalti. "Una scorrettezza che - concludono i sindacati -  al di là degli aspetti legali, denota una totale mancanza di rispetto verso le sofferenze dei lavoratori che si pensa, forse, possano vivere d’aria".
 

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